Martina Camuffo è una donna di 36 anni che ha firmato un contratto di lavoro per un'azienda. Fin qui nulla di particolare. Quel che ha fatto tanto clamore è che Martina è stata assunta al nono mese di gravidanza. La sua storia è stata ripresa dai media e dalle televisioni locali. In Italia infatti la maternità è una sorta di tabù sul piano lavorativo per le donne, in quanto equivale quasi sempre ad una condanna. Ma vediamo più nel dettaglio i particolari relativi a questa vicenda.

L'azienda che l'ha assunta al nono mese di gravidanza

Martina Camuffo è stata assunta dallì'azienda 'The creative way' di Mestre.

Ad assumerla i titolari Samuele Schiavon e Stefano Serena. La donna ha firmato una lettera di incarico, ovvero un documento che prevede l'assunzione tra cinque mesi non appena finirà di accudire la piccola. Si occuperà di sviluppo commerciale dell'azienda, lavoro che potrà essere svolto anche da casa. Martina che è già una mamma di una bimba due anni partorirà giovedì prossimo.

Perfino l'ex Premier Matteo Renzi, che ha appreso di questa vicenda dai giornali, ha voluto chiamare personalmente Samuel Schiavon per complimentarsi con lo stesso per aver assunto Martina per le capacità e le competenze dimostrate, senza che la Gravidanza, come troppo spesso avviene, rappresentasse un ostacolo.

Sul suo profilo facebook così Martina ha descritto la popolarità che sta vivendo sui media: "Mi hanno scritto un sacco di mamme nel gruppo social, disperate perché non hanno un lavoro, o licenziate perché sono rimaste incinta, o donne a cui non è stato rinnovato il contratto.

Mi sento un po' la Giovanna D'Arco della situazione". Al Corriere della Sera, Stefano e Samuele Schiavon, i due imprenditori di Mestre, spiegano che la gravidanza della donna non ha rappresentato alcun ostacolo all'assunzione. Quel che conta sono le capacità e le competenze che ha dimostrato. In particolare il socio Samuele Schiavon racconta che in famiglia la moglie ha perso il lavoro proprio perchè aspettava un bambino.

Tuttavia il risalto mediatico che è stato dato a questa vicenda dimostra quanto assumere una donna in gravidanza rappresenti ancora l'eccezione e non la norma. Gli imprenditori di Mestre in questo senso potrebbero aver fatto da apripista.