Non solo Nostradamus ha predetto numerose catastrofi per il 2018. Infatti, da uno studio condotto dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), in collaborazione con il dipartimento di Fisica e Geologia dell’Università di Perugia, è stato rilevato un rischio terremoti di magnitudo piuttosto elevata nel Sud Italia. Su quali basi si fonda lo studio, e quali sono i meccanismi che si stanno innescando sotto i nostri Appennini?

Cerchiamo di analizzare meglio la situazione, ricorrendo alle dichiarazioni rilasciate alla stampa da Francesca Di Luccio, coordinatrice, insieme al dottor Guido Ventura, del team di ricerca che ha condotto lo studio.

Appennini

Alle falde dell'Appennino, nella zona del Sannio-Matese, è presente una camera magmatica dalle dimensioni ragguardevoli che potrebbe causare, in futuro, dei terremoti di magnitudo elevata. Il gruppo di ricerca ha fatto questa scoperta studiando delle anomalie inerenti alcuni sismi registrati negli anni 2013 e 2014. Questi movimenti tellurici, infatti, erano stati innescati dalla risalita di magma tra i 15 e i 25 km di profondità.

La ricerca è stata pubblicata sulla rivista "Science Advances", ed è stata chiamata "Seismic signature of active intrusions in mountain chains". Inoltre è stata rilevata anche la fuoriuscita di gas formati prevalentemente da anidride carbonica che, una volta giunti in superficie, tendono a mutare in gas libero oppure a disciogliersi nelle falde acquifere della catena montuosa. Ma questo magma potrebbe addirittura causare la formazione di un nuovo vulcano? Ecco cos'ha spiegato alla stampa il dottor Giovanni Chiodini.

Formazione di un nuovo vulcano

È lecito chiedersi se questa camera magmatica - di cui fino a poco tempo fa si ignorava l'esistenza - possa comportare la formazione di un vulcano. Come riporta "Il Corriere del Mezzogiorno", Giovanni Chiodini, geochimico dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ha affermato che sul breve termine sia da escludere che l'accumulo di magma sotto l'Appennino possa causare la conformazione di un nuovo vulcano.

Invece, valutando il fenomeno sulla scala dei tempi geologici (ovvero in migliaia di anni), questa condizione potrebbe verificarsi qualora il magma dovesse continuare ad accumularsi.

Ricordiamo che, negli ultimi tempi, non è stato solo l'INGV a parlare di terremoti, ma che anche due scienziati americani hanno affermato che nel 2018 si potrebbero registrare dei sismi di magnitudo elevata. A questo punto non ci resta che attendere ulteriori notizie, ringraziando sempre i geologi per l'encomiabile lavoro che svolgono quotidianamente.