Tremendo pomeriggio di sangue in Calabria, per la precisione a Crotone. Erano da poco passate le 16:30, di sabato quando, nel centro storico di Crotone, un giovanissimo ragazzo appena diciottenne, viene ucciso a colpi di arma da fuoco. La vittima si chiamava Giuseppe Parretta, ucciso per la precisione all'interno di "libere donne", associazione che da anni è presente sul territorio, e si batte contro la violenza sulle donne. A guidare l'associazione, con sede in via Ducarne, è Catia Villirill, madre della vittima.

L'omicidio avvenuto a seguito di una banale lite tra vicini

Il giovane Giuseppe Parretta,è stato freddato da alcuni colpi di pistola, pare dopo una banale lite scaturita per alcuni problemi tra vicinato. E' ancora tutto da confermare, ma da primi elementi pare che il diciottenne avesse avuto dei problemi personali con l'autore del folle gesto. Ad esplodere i colpi, che hanno portato alla morte del diciottenne, sarebbe stato, Salvatore Gerace, cinquantaseienne, del posto e già nota alle forze dell'ordine, che in passato lo avevano arrestato più volte per spaccio di droga ed alcune rapine. L'uomo si è già costituito alla Polizia, arrivata sul posto pochi minuti dopo l'omicidio.

Il ragazzo ucciso con dei colpi di pistola al petto

Giuseppe era uno studente che frequentava il liceo classico a Crotone, e saltuariamente lavorava come cameriere in alcuni locali della città. Il ragazzo conosceva bene l'edificio in cui nel pomeriggio di sabato ha trovato la morte, Come già scritto sopra, infatti, in quel palazzo oltre ad essere presente la sede dell'associazione "libere donne", guidata dalla mamma, c'era anche l'appartamento nel quale lo stesso ragazzo risiedeva.

Non sono ancora chiari i motivi che hanno portato all'omicidio del ragazzo, ma da una prima sommaria ricostruzione degli inquirenti, alla base ci sono dei dissidi di vicinato tra Salvatore Gerace e il diciottenne. Dissidi che andavano avanti già da tempo e che sono sfociati nel più terribile dei modi.

L'assassino dopo aver sparato ha atteso la Polizia

Secondo una prima ricostruzione dei fatti, Giuseppe si trovava all'interno dell'Associazione intorno alle 16:30, forse in attesa di incontrare da li a breve degli amici o la fidanzata Gerace dopo averlo visto passare davanti all'edificio è entrato, da li ha breve è scoppiata una lite, presumibilmente riconducibile a vecchi screzi tra i due,che hanno portato l'uomo ad estrarre di tasca una pistola e sparare al giovane ragazzo. Probabilmente i colpi esplosi sono stati 5, due dei quali hanno raggiunto il diciottenne al torace, uccidendolo. Dopo aver commesso l'atroce delitto, l'uomo è rimasto ad attendere l'arrivo della polizia, fermo davanti alla sede dell'associazione.

All'arrivo dei poliziotti, subito chiamati da chi ha assistito al gesto, l'assassino ha consegnato l'arma e si è fatto ammanettare. L'uomo è stato condotto in Questura, dove dovrà essere interrogato dal magistrato al quale dovrà spiegare, cosa lo ha portato a compiere un gesto cosi crudele.