Passeggiando per le strade di Kreuzberg, invece della tradizionale aria di arte e controcultura, si avverte un clima di tensione. La popolazione locale, infatti, non ha visto di buon occhio la decisione, da parte di Google, di aprire un campus nei pressi di una ex centrale elettrica. Il luogo, attualmente già affittato ad altre tech companies, si trova nel cuore del quartiere tedesco, dove decenni fa sorgeva il muro di Berlino.

Ma la compagnia fondata da Larry Page ha incontrato la ferma opposizione dei cittadini, contrari alla concessione di spazi pubblici ai privati.

Il progetto di Google

Il nuovo campus andrebbe a occupare un’area di 3000 metri quadrati: a beneficiarne sarebbero imprenditori e le neonate startup, che riceverebbero una formazione adeguata dal colosso della tecnologia. Strutture analoghe sono presenti già a Londra, Varsavia, Tel Aviv, San Paolo e Seul, dove hanno certamente ricevuto un’accoglienza migliore. Come sostiene Stefan Klein, militante attivista nella protesta, negli altri luoghi Google è stata ricevuta con grande entusiasmo; al contrario, i cittadini di Kreuzberg non si lasciano convincere così facilmente.

Le motivazioni della protesta

Le intenzioni di Google rappresentano, per gli abitanti di Kreuzberg, la “goccia che fa traboccare il vaso”. Infatti, negli ultimi anni, il progresso tecnologico dell’area e l’immigrazione hanno portato a una progressiva trasformazione urbanistica e sociale dell’area, fortemente correlata con un rapido aumento dei prezzi immobiliari. Dai dati del portale immobiliare tedesco “ImmobilienScout24”, in 10 anni, il prezzo d’affitto al metro quadro nel quartiere è salito da 5,9 a 10,1 euro: ad oggi, l’85% dei residenti affitta almeno un locale. Il campus di Google andrebbe quindi ad alimentare una situazione che, secondo gli abitanti, è ormai insostenibile. Un altro attivista, Konstantin Sergiou, sostiene che il progetto della multinazionale incrementerebbe la trasformazione della città, il che risulterebbe un fattore negativo, come lo è stato per San Francisco.

Le opinioni dei politici

Ramona Pop, del partito ambientalista tedesco Bündnis 90/Die Grünen, aveva inizialmente spezzato una lancia a favore dell’iniziativa di Google, descrivendola come adatta allo scenario di sviluppo del quartiere. A seguito delle proteste, ha rettificato quanto dichiarato, specificando che il progetto andrebbe reso compatibile con le esigenze dei cittadini. Florian Schmidt, altro esponente di Bündnis 90/Die Grünen e mediatore del conflitto, riconosce le modeste dimensioni del campus, che andrebbe a impiegare dai 6 ai 10 dipendenti. Tuttavia, secondo Schmidt, la fama del marchio potrebbe spingere altre imprese a investire in Kreuzberg, quartiere ormai troppo saturo.