È in fin di vita l'uomo che ha salvato dal baratro l'azienda Fiat. Sergio Marchionne, da circa un mese ormai è ricoverato in una clinica svizzera nei pressi di Zurigo. In queste ultime ore, le condizioni del manager si sarebbero aggravate ulteriormente, infatti pare che si trovi nel reparto di terapia intensiva.
In seguito a questa delicata situazione, FCA è stata costretta ad indire un Cda straordinario per effettuare le nuove nomine ai vertici dell'azienda.
Si chiude, così, tristemente, un'avventura durata 14 anni, nel corso dei quali Marchionne è riuscito ad imprimere una svolta all'intero gruppo automobilistico da lui gestito, Ferrari compresa.
Le sue condizioni sono state definite irreversibili
Sono ancora del tutto ignote le cause che hanno portato all'aggravarsi delle condizioni di salute del manager italo-canadese. Secondo alcune indiscrezioni, potrebbe trattarsi di complicazioni legate all'intervento alla spalla eseguito alla fine di giugno, oppure di una grave malattia che non gli era stata ancora diagnosticata.
Secondo "Dagospia", Sergio Marchionne avrebbe un tumore ai polmoni.
Invece, stando a quanto rivelato da Paolo Madron, direttore di "Lettera43", l'ormai ex amministratore delegato di FCA si troverebbe in coma profondo. Luigi Bisignani, su "Il Tempo", ha raccontato un particolare episodio avvenuto quasi un mese fa: "Pranzando al Lingotto con un banchiere internazionale, parlava con sicurezza del suo futuro, ormai perfettamente disegnato: pronto, grazie ad una buonuscita stellare, a diventare non solo il padrone, ma anche il manager della Ferrari". La vita, purtroppo, per lui aveva altri piani.
Il rammarico di John Elkann
John Elkann, attuale presidente di FCA, dopo la riunione straordinaria che ha portato alla nomina di Mike Manley come nuovo amministratore delegato dell'azienda, ha scritto e diramato una nota ufficiale: "Sono profondamente addolorato per le condizioni di Sergio (Marchionne, ndr) - ha esordito l'imprenditore - Si tratta di una situazione impensabile fino a poche ore fa, che lascia a tutti quanti un senso di ingiustizia".
Ha descritto Marchionne come un "leader illuminato", un punto di riferimento imprescindibile. Oltre alla capacità manageriale e ad un'intelligenza fuori dal comune, Elkann ha voluto sottolineare le qualità umane del manager italo-canadese, la sua generosità e soprattutto la sua particolare prerogativa nel capire le persone.
Nel corso di questi 14 anni, hanno affrontato insieme successi e difficoltà: "Ma Sergio - ha ricordato John Elkann - ci ha insegnato a pensare diversamente e ad avere il coraggio di cambiare". Infine ha sottolineato che per lui è stato un "privilegio" lavorare insieme a Marchionne in questo periodo, un uomo che è riuscito a fare la differenza in tutte le aziende in cui ha lavorato, grazie alla cultura che ha trasmesso, facendone "parte integrante" dei suoi ottimi risultati.
Il "manager col maglione" è apprezzato anche all'estero
Sergio Marchionne è riuscito anche ad affermarsi come uno dei manager più apprezzati all'estero, conquistandosi anche la stima dell'ex presidente Usa Barack Obama, e dell'attuale leader della Casa Bianca, Donald Trump. Proprio quest'ultimo, qualche mese fa, non si è nascosto nel dichiarare che l'ex presidente della Ferrari è sempre stato il suo preferito tra i dirigenti di aziende automobilistiche.
Del resto, è sotto gli occhi di tutti come, in questi 14 anni, il "manager col maglione" sia riuscito a risollevare le sorti della Fiat, lanciando il progetto FCA e riuscendo anche a ripresentare in Formula 1 una Ferrari competitiva e vincente. Sul suo look piuttosto singolare, durante un gala disse: "Lavoro sodo, non ho tempo per i cravattini".