Il manager senza cravatta è in gravissime condizioni. Sergio Marchionne lotta tra la vita e la morte, tanto da spingere le sue aziende a trovare immediatamente un sostituto. Le voci sulle sue condizioni di salute erano già circolate nei giorni scorsi, ma soltanto oggi la FIAT ha dovuto mettere nero su bianco la notizia, evidentemente spinta da un peggioramento delle condizioni di salute del manager.

Sergio Marchionne è gravissimo: le ultime sulle sue condizioni salute

'Sergio Marchionne non potrà riprendere la sua attività lavorativa a causa di complicazioni inattese durante la convalescenza di un intervento avvenuto a giugno'.

In un comunicato diramato sabato, Fiat ha fatto sapere a tutto il mondo l’aggravarsi delle condizioni di salute del suo manager che ha portato ad annunciare immediatamente i sostituti in Fca (con l'ad Mike Manley), Ferrari (con l'ad e presidente Luca Camilleri) e Cnh Industrial (con Suzanne Heywood). Ma cos'ha realmente Sergio Marchionne? Sulle sue condizioni di salute, per motivi di privacy, non è stato scritto nulla di ufficiale da parte del suo gruppo, ma su 'Dagospia' è stata riportata una possibile diagnosi: 'Tumore ai polmoni'. Secondo il giornalista Paolo Pedron del sito 'Lettera43', Marchionne sarebbe in coma profondo.

Marchionne, quel manager italiano in pullover che ha conquistato il mondo

'Sono profondamente addolorato per le condizioni di Sergio, si tratta di una situazione impensabile fino a poche ore fa, che lascia a tutti quanti un senso di ingiustizia. Il mio primo pensiero va a Sergio e alla sua famiglia'. Queste le prime parole di John Elkann, presidente di Fca.

Che, nel comunicato, ricorda i momenti più belli trascorsi con il manager italo canadese: 'Quando ci incontrammo per parlare della possibilità che venisse a lavorare per noi, mi colpirono le sue qualità umane, la sua generosità e il suo modo di capire le persone'. Nato a Chieti nel 1952, Marchionne è diventato, negli ultimi 14 anni, uno dei manager italiani più conosciuti al mondo.

Un po' per quel suo modo di vestirsi (sempre con un pullover blu e rigorosamente senza cravatta), un po' per come è riuscito a salvare il gruppo Fiat che, dopo la morte di Umberto Agnelli, era ad un passo dal fallimento. Lavorò sette giorni su sette per riportare il sereno a Torino, ma la sua avventura è finita in questi giorni. Ora quel manager in pullover conosciuto in tutto il mondo è ricoverato in una clinica in Svizzera, e a quanto pare lotta tra la vita e la morte.