La capotreno di Trenord, responsabile di quell'annuncio definito "razzista", ha fatto sapere i motivi del suo gesto tramite i suoi colleghi. "C'è esasperazione," hanno dichiarato i colleghi della donna. Si è trattato dunque di uno sfogo che però potrebbe costarle caro: l'azienda sta valutando un'azione sanzionatoria se non addirittura il licenziamento.
La capotreno lamenta le pessime condizioni in cui lavora
La frase della dipendente contro i molestatori e gli zingari non è passata inosservata, alcuni passeggeri hanno fatto reclamo all'azienda ed uno in particolare, un ricercatore milanese, ha riportato il fatto alla stampa, facendo modo che si aprisse un dibattito politico sull'accaduto. Il ministro dell'Interno Salvini fin da subito si è schierato a fianco della capotreno, mentre altre forze politiche (oltre all'azienda stessa) non hanno affatto digerito il gesto della donna.
A raccogliere le prime dichiarazioni della responsabile sono stati i colleghi con i quali viaggiava: "Ero sotto pressione, si è trattato di un gesto estremo di una situazione al limite", parole che descrivono un'esasperazione per la costante presenza di gruppi di rom sul convoglio.
"L'ho fatto per difendere i passeggeri" dice la donna, ribadendo che molti stranieri salgono sui treni regionali senza biglietto e spesso molestano gli altri passeggeri per raccogliere qualche spicciolo. Anche i colleghi della capotreno confermano ciò che accade su quella tratta: "Molte persone viaggiano senza il titolo di viaggio...le intemperanze verbali dei viaggiatori nei nostri confronti sono all'ordine del giorno". Il regionale di Trenord Milano-Cremona, secondo la testimonianza degli addetti ai lavori, è terra di nessuno: c'è chi vuole viaggiare gratis e chi addirittura affronta i controllori nelle ore serali. I dipendenti lamentano la mancanza totale di sicurezza sul treno in questione, senza neppure una guardia giurata che possa intervenire in casi di conflitto.
"I controllori si chiudono nella testa del treno insieme ai macchinisti...viaggiano nel terrore che un malintenzionato possa fargli del male".
Dunque pendolari, controllori, macchinisti e capitreno non viaggiano nel confort, in condizioni di serenità. La frase della dipendente potrà essere stata fuori luogo ma probabilmente bisognerebbe anche occuparsi dei problemi che spingono i ferrovieri a questi comportamenti.