Non aveva neanche due anni la bambina morta ieri soffocata dopo aver ingerito un acino d'uva. La tragedia è accaduta ieri pomeriggio sull'affollatissima spiaggia di Marina di Lizzano, località in provincia di Taranto. La dinamica dell'assurdo incidente, già costato la vita ad altre piccolissime vittime in passato, è stata banale quanto letale.

Un acino d'uva all'origine della tragedia

Ieri pomeriggio la bimba era con i genitori in una spiaggia libera nei pressi del lido di Bagnara a Marina di Lizzano sul lungomare salentino. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, avrebbe eluso la sorveglianza di madre e padre.

Questione di pochi attimi: la bambina, che a giorni avrebbe dovuto compiere due anni, ha preso un grappolo d'uva e si è portata un acino alla bocca. Le è andato di traverso e le ha ostruito la trachea. Tanto è bastato a soffocarla.

A nulla sono valsi i soccorsi nel tentativo di liberare le vie respiratorie prima da parte degli stessi genitori, poi di un medico presente in spiaggia che è riuscito ad estrarre il chicco, ma la bambina era già diventata cianotica. Inutile l'intervento del personale del 118. La piccola salma è stata trasportata all'ospedale Santissima Annunziata di Taranto, mentre la madre sotto choc è stata affidata alle cure di uno psicologo.

I carabinieri hanno avviato un'indagine dovuta per accertare se ci siano stati ritardi nel tentativo di salvare la bambina.

Ma lo stesso direttore del 118 di Taranto, Mario Balzanelli, giunto sul posto con l'automedica, ha fatto sapere che la prima ambulanza è arrivata dopo otto minuti. Per oltre due ore si sono susseguite le manovre di rianimazione, finché il cuore della piccola si è fermato.

Soffocamento alimentare, troppi precedenti

Proprio lo scorso maggio si era verificata l'ultima analoga tragedia a Vimercate, nei pressi di Monza.

Una bimba di 3 anni era morta soffocata dopo aver ingerito un acino d'uva. Trasferita all'ospedale Buzzi di Milano, era deceduta poco dopo. Ma di casi analoghi, è piena la cronaca degli ultimi anni. E secondo le linee guida del ministero della Salute, ogni anno in Europa muoiono per soffocamento alimentare 500 bambini. Si stima che solo in Italia vi siano 80mila episodi l'anno, con 1000 ospedalizzazioni.

Soffocamento, i cibi più pericolosi

Dopo caramelle, noccioline e hot dog, i chicchi d'uva restano i cibi più pericolosi per i piccoli al di sotto dei cinque anni d'età perché bloccano le vie aeree ingenerando asfissia. A quell'età le vie aeree sono di diametro piuttosto ridotto, la masticazione per ridurre e sminuzzare il cibo come la deglutizione non sono ancora ben sviluppate.

Sulla pericolosità dell'uva per i bambini, non c'è ancora abbastanza consapevolezza: per via della superficie scivolosa è molto difficile da rimuovere dal cavo orale e facendo da tappo chiude ermeticamente il passaggio dell'aria. Il soffocamento resta una delle principale cause di morte nella prima infanzia e tra gli zero e i quattro anni il rischio è altissimo.

Alla stregua dell'uva sono molto pericolosi i cibi di forma sferica quali ciliege, confetti e olive. Quindi mozzarelline, carote a fette, arachidi, pistacchi.

A seguire il grasso del prosciutto, cibi duri o secchi o di consistenza fibrosa. La stessa fondata preoccupazione per giocattoli assemblati con piccoli pezzi o con parti soggette a staccarsi, batterie specie a bottone (motivo per il quale un bambino qualche giorno fa ha rischiato di morire), va posta anche sui cibi.

La prima azione di prevenzione è quindi il taglio dei cibi da parte dei genitori. Segue la vigilanza sul bambino per garantire la sicurezza quando mangia. Fondamentale è anche conoscere le manovre di disostruzione pediatrica e saper usare il defibrillatore semiautomatico con placche pediatriche salvavita.