Conti correnti, polizze assicurative, 31 società, e beni immobili costituivano il patrimonio di Mario Ciancio Sanfilippo, editore e direttore del quotidiano “La Sicilia”. L’uomo, 86 anni, è un noto imprenditore etneo che opera nel campo immobiliare e dell’editoria. Stamattina il Tribunale di Catania, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, ha emesso un decreto di confisca e di sequestro per un valore, come ha spiegato dalla Procura etnea Carmelo Zuccaro, di circa 150 milioni di euro.
Il sequestro arriva dopo un lunghissimo iter giudiziario: la procura di Catania aveva avviato l’indagine a carico dell’imprenditore nel 2007, ma dopo numerose richieste di archiviazione e rinvii a giudizio, la sentenza si è fatta attendere 10 anni. Ciancio dovrà rispondere non solo per concorso esterno in associazione mafiosa, ma anche di un patrimonio di oltre 50 milioni di euro detenuto in conti svizzeri e mai dichiarato alla guardia di finanza italiana.
Sotto sequestro anche il quotidiano La Sicilia
Tra i beni confiscati c'è il quotidiano La Sicilia, la maggioranza delle quote della Gazzetta del Mezzogiorno di Bari e due emittenti televisive regionali, Antenna Sicilia e Telecolor.
Proprio in merito alle proprietà editoriali, Claudio Fava, presidente della commissione antimafia, ha lanciato una proposta: ribaltare la storia del giornale e della sua direzione affidando “la testata ai giornalisti siciliani, che in questi anni hanno cercato e raccontato la verità sulle collusioni e le protezioni del potere mafioso al prezzo della propria emarginazione professionale, del rischio, della solitudine".
Ciancio prepara ricorso in Corte d'Appello
“Questa mattina mi è stato notificato il provvedimento del Tribunale di Catania” fa sapere Mario Ciancio in una nota “nell'ambito del procedimento di prevenzione a mio carico, ritenevo di avere dimostrato che non ho mai avuto rapporti con ambienti mafiosi”.
Ciancio ha inoltre chiarito che il patrimonio è frutto solo del Lavoro suo, di chi lo ha preceduto e di chi ci ha collaborato. Secondo l’editore le motivazioni fornite dal Tribunale per la confisca dei beni sono facilmente superabili, e i suoi avvocati sono già al lavoro per procedere con l’impugnazione in Corte d’Appello.
La conferenza stampa
Per avere maggiori dettagli sull’operazione bisognerà aspettare la conferenza stampa, che si svolgerà domani 25 settembre alle 11.30, presso la Procura Etnea.