Tocomocho, questa è la tecnica utilizzata da una banda di criminali a Milano provenienti perlopiù dai Paesi latini, tra loro però sono stati arrestati anche tre italiani e un egiziano. La tecnica si basa sul vendere dei biglietti vincenti (ma falsi) della lotteria a un prezzo inferiore al premio, le vittime preferite sono badanti sudamericane agganciate vicino ai mercati.

Tocomocho, biglietti della lotteria falsi e ipnosi

La truffa del Tocomocho è molto diffusa in Sud America, ma vista la cospicua presenza di sudamericani in Italia questa tecnica ha cominciato a prendere piede anche da noi. "Fantasmi" li ha definiti il procuratore David Monti, la banda era specializzata anche in furti in appartamenti e rapine: in soli sette mesi hanno colpito 89 volte e nel giro di poche ore riuscivano a riciclare la refurtiva e trasformarla in denaro contante. In totale sono 22 le persone coinvolte, quasi tutti sudamericani e peruviani. L'accusa è di associazione a delinquere finalizzata a rapine, furti su commissione, borseggi, furti aggravati e ricettazione.

Ad assicurare alla giustizia i delinquenti sono stati i carabinieri della caserma di Rho, guidati dal capitano Musella, che già da gennaio era sulle loro tracce a seguito di un'altra operazione di polizia su alcuni colpi in aeroporti e ristoranti. La banda era divisa in due, una parte era specializzata in furti in appartamenti mentre la seconda in rapine (senza uso di violenza). Queste rapine avvenivano tramite appunto la tecnica del Tocomocho, avvicinando badanti sudamericane intente a fare la spesa per offrirgli dei biglietti della lotteria falsi ma vincenti in cambio di una somma di denaro ovviamente inferiore al premio. Per convincere la malcapitate i malviventi si servivano anche di tecniche di ipnosi, così efficaci che le vittime si scordavano cosa avessero fatto un attimo prima: anche di essersi recate al bancomat a prelevare la somma da dare ai rapinatori.

Non è escluso ancora che i ladri si possano essere serviti anche dell'alito del diavolo, una droga capace di far perdere la memoria a breve termine.

Anonimato totale

I capi dell'organizzazione criminale erano undici peruviani, 9 uomini e 2 donne, tutti clandestini in Italia e senza fissa dimora. Sono arrivati in Italia dal Perù passando per la Spagna, "per vivere nell'anonimato più totale" come ha evidenziato il procuratore Monti. Se qualcuno tra i rapinatori tornava in Perù riuscivano a far arrivare dal Sud America altri "fantasmi" con la promessa di fare soldi facili.