Le parole dell'astronomo Avi Loeb avevano acceso già polemiche e interesse nelle scorse settimane. La sua posizione era netta: Oumuamua, lo strano oggetto entrato nel sistema solare, sarebbe un resto di origine aliena che vaga nel cosmo. In questi giorni il professore di Harvard ha ribadito la propria posizione, dichiarando che alcuni dati gli sembrano sostenere la sua tesi in modo evidente.
Al tempo stesso, però, un altro esperto della Nasa, Zdenek Sekanina, replica che l'oggetto misterioso ha invece tutte le caratteristiche per essere una semplice nube di polvere interstellare. La diatriba, al momento, non sembra facilmente risolvibile.
'Oumuamua è un resto extraterrestre': la tesi di Avi Loeb
Martedì, il professore dell'Università di Harvard, Avi Loeb, si è rifiutato di rinunciare alle sue affermazioni. La sua posizione è stata ribadita quindi forte e chiara: secondo lui Oumuamua è un frammento di tecnologia extraterrestre alla deriva che in questo momento sta transitando nell'orbita di Giove.
In un'intervista rilasciata al Washington Post ha spiegato che l'oggetto misterioso è molto lungo, ma potrebbe avere non più di un millimetro di spessore. Inoltre sembrerebbe così leggero al punto tale che la luce solare riesce a spostarlo verso l'esterno del sistema solare. Per queste ragioni, insieme anche al ricercatore Shmuel Bialy, Loeb ha scritto un articolo sul Astrophysical Journal Letters in cui teorizza che Oumuamua sia un "lightsail", una vela solare, quindi un frammento di tecnologia aliena che galleggia nello spazio.
Loeb ha quindi dichiarato: "In molti si aspettavano che quando si sarebbero diffuse le mie idee, avrei fatto marcia indietro spaventato, ma si sbagliano. Se però qualcuno mi mostrasse delle incontrovertibili prove contrarie alla mia tesi, tornerò immediatamente sui miei passi".
'Una nube di polvere' secondo Sekanina
Adesso però, ad aggiungersi alla diatriba, è apparso un nuovo articolo che propone una visione molto diversa della questione. Zdenek Sekanina, un famoso ricercatore del Jet Propulsion Laboratory della NASA, teorizza invece che Oumuamua sia nient'altro che "un enorme cumulo di soffice polvere" creatosi dai resti di una cometa distrutta. In parole semplici, una massiccia nube composta di granelli.
Sekanina, a sostegno della propria idea, fa notare che le comete si disintegrano iniziando con "un'esplosione, e che i detriti conseguenti creano una massiccia nuvola di granelli di polvere che sopravvive per un periodo di tempo limitato" mentre si avvicinano al sole.
Oumuamua potrebbe rientrare bene in questa descrizione, per quanto sia estremamente difficile dimostrare definitivamente quanto la tesi di Sekanina corrisponda a realtà.
In ogni caso, la tesi del "semplice asteroide" ormai è stata quasi definitivamente accantonata. Questo perché a novembre la NASA ha pubblicato uno studio sull'Astronomical Journal e ha rivelato che quando ha guardato l'oggetto interstellare con il telescopio spaziale Spitzer, non è stato visto nulla. Per questa ragione difficilmente Oumuamua può essere una roccia spaziale, poiché altrimenti sarebbe stato ben visibile al telescopio.
Oumuamua al momento sta viaggiando a una velocità di circa 70.000 miglia orarie, verso la parte esterna del sistema solare.
Tra circa quattro anni sorvolerà l'orbita di Nettuno, per poi proseguire il suo viaggio nello spazio interstellare, troppo lontano per poter essere studiato. Se non ci saranno nuove rivoluzioni tecnologiche nell'arco di pochi anni che ci permetteranno di scoprire la sua natura, Oumuamua porterà i suoi segreti con sé nel buio del cosmo e noi non sapremo mai cos'era.