Un sensazionale rapimento ha sconvolto non solo la città di Tokyo, ma l'intero Giappone. C'è allerta e preoccupazione nel Paese, proprio come se malviventi avessero sottratto un bambino alle amorevoli cure dei genitori, per sette bonsai, gli alberi in miniatura a cui i nipponici dedicano cure religiose. Sette cipressi nani, preziosissimi, prima ancora che per il valore economico, perché sono ultracentenari, sono stati rapiti e sono ricercati da gennaio.
Affranto il loro padre umano, il coltivatore Seiji Iimura . Con la moglie Fuyumi ha lanciato un appello ai rapitori perché si prendano cura dei 'piccoli', per scongiurare una loro fine precoce.
Sette bonsai rapiti, l'appello dei proprietari
La notte del 12 gennaio sono stati rubati sette cipressi in miniatura 'Shinpaku' dal vivaio del signor Seiji Iimura che si trova nella prefettura di Saitama, vicino Tokyo. Limura ha un parco con oltre 3 mila piante, ma si è accorto subito che mancavano all'appello le sette creature più belle del suo giardino, non protetto da recinti perché tutti potessero ammirarle.
E ha capito che chi l'ha prese deve essere un esperto. Tra le rapite, c'è un cipresso in miniatura Shinpaku alto 83 centimetri che ha 400 anni e da solo vale 100 mila euro. Ma il suo papà giardiniere non ne fa una questione economica. Per lui, rappresentante di una famiglia che da cinque generazioni si occupa della cura dei bonsai, quel piccolo cipresso è come un figlio, curato e allevato con dedizione e pazienza anche con l'aiuto di sua moglie. Un figlio di quattro secoli destinato a sopravviverci, se non gli faranno del male. Per questo, Iimura ha lanciato un accorato appello via social al rapitore o ai rapitori con tanto di foto della creatura sottratta. Ha cercato di fare leva sui buoni sentimenti spiegando che quella pianta può vivere per sempre, ma se non viene bagnata nel modo giusto, muore nel giro di una settimana.
Ha spiegato che i sette bonsai sono delicati e fragili, vanno curati e innaffiati, ma soprattutto amati. Il colpo potrebbe essere stato opera di un rapitore seriale, dal momento che a novembre da un altro vivaio della zona erano scomparsi otto bonsai della stessa specie. Forse si tratta di furti su commissione perché gli 'Shinpaku' sono poi rivenduti sul mercato cinese e su quello vietnamita a prezzi più alti.
Bonsai, tecnica ed arte
Comunemente si pensa che i primi ad avviare questa particolare modalità di coltivare alberi, siano stai i giapponesi. In realtà sono stati i cinesi intorno all'anno Mille ad inventare il sistema per far crescere alberi in miniatura. Solo dopo due secoli, i giapponesi si sono innamorati del metodo facendolo loro secondo i canoni del pensiero zen buddista.
Bonsai significa 'piantare in una ciotola'. Una tecnica che è insieme un'arte perché il giardiniere, proprio come uno scultore, deve modellare le forme per far sì che restino sempre piccole. Tecnica ed arte certo, ma il bonsai è anche un grande affare: solo l'anno scorso il Giappone ha esportato esemplari per circa 90 milioni di euro. In Europa sono una moda e uno status symbol per il costo e la difficoltà a tenerli in vita. Il giardiniere Seiji Iimura sa bene come garantire alle piante nane salute e i presupposti per affrontare l'eternità. Ma ora che la sua creatura più cara gli è stata sottratta, è inconsolabile. E il caso sgomenta il Giappone.