Sta facendo discutere tutto il mondo occidentale l'app rilasciata dal governo dell'Arabia Saudita: l'applicazione, che si utilizza sugli Smartphone, si chiama Absher e permette di tracciare e controllare tutti i movimenti delle donne. Noi siamo abituati ad usare tali strumenti informatici, per situazioni di emergenza ad esempio, come quando si perde il proprio telefono cellulare, per sentire i nostri cari oppure anche per lavoro.

Ma in Arabia c'è qualcosa in più a quanto pare. Gli smartphone possono essere anche usati per scopi come quelli per cui Absher è progettata, ovvero sapere in qualsiasi momento del giorno dove una donna si trovi e che cosa sta facendo. L'applicazione è stata approvata anche da Google, che per il momento non trova nulla che violerebbe gli standard per poter includere l'applicazione per il download.

Compatibile con sistemi operativi Android e iOS

L'app è compatibile con tutti i dispositivi, sia con sistema operativo Android che iOS, quello installato sugli iPhone per intenderci. Una "novità informatica", che non si era mai vista prima di adesso.

A rendere la cosa unica nel suo genere è che a rilasciarla sia stato proprio un ente governativo, appunto il National Information Center, che è posto direttamente sotto il controllo del ministero dell'Interno di Riyad, la capitale dell'Arabia Saudita. La notizia ovviamente non è ben accettata dal mondo occidentale, poiché questa app si configurerebbe proprio come una sorta di strumento di "spionaggio" per le donne.

I mariti delle stesse infatti, tramite il cellulare, possono essere informati quando scade il passaporto delle donne, o se questo viene presentato da qualche parte e timbrato. Ma non solo. Anche il quotidiano britannico Telegraph si è occupato della vicenda, che è finita persino al Congresso degli Stati Uniti, dove è stata chiesta un'interrogazione parlamentare.

Insomma, l'idea che la donna venga fatta oggetto di "possessione", come secondo alcuni accade con questa app, non è passata inosservata in Occidente.

Human Rights Watch la prima a denunciare la pericolosità dell'app

Immediatamente sulla vicenda sono intervenuti le associazioni umanitarie, come ad esempio Human Right Watch, che è ovviamente contraria a questa applicazione. Dall'altra parte la stessa Google, come detto, non trova incompatibilità con i suoi standard, per cui la stessa continuerà ad essere presente in download su Play Store. La discussione sulla necessità del governo saudita di avere un strumento del genere continuerà sicuramente nelle prossime settimane.