La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza della Corte di Appello di Ancona che, nel 2017, aveva assolto due giovani rei, secondo l'accusa, di aver abusato di una ragazza peruviana nel 2015. Nelle motivazioni della sentenza di assoluzione in appello, si legge che la ragazza fosse troppo poco attraente per poter essere stata oggetto di violenza sessuale. Adesso il processo d'appello andrà rifatto.

I due ragazzi erano stati conndannati in primo grado, nel 2016, a cinque e tre anni di carcere. Lunedì 11 marzo l'Aps Rebel Network, associazione nata l'8 marzo 2018 e impegnata nel diffondere una visione femminista del mondo, ha manifestato in piazza ad Ancona.

La violenza

Nel 2015, ad Ancona, una 22enne peruviana è stata violentata da due ragazzi che frequentavano con lei la scuola serale. Una serata iniziata in maniera tranquilla e amichevole, come racconta Il Fatto Quotidiano, una semplice uscita per bere qualche birra tra compagni di scuola. L'evoluzione della serata per questa giovane donna si è rivelata un incubo, visto quanto denunciato.

L'alcol in corpo, quello che pareva essere desiderio da entrambe le parti, ma che poi si sarebbe rivelata una forzatura da parte dei due perché la ragazza non voleva proseguire in quella direzione. I due ragazzi non avrebbero badato alle richieste della 22enne e, mentre uno è rimasto a controllare che nessun estraneo potesse interromperli, l'altro avrebbe forzato il rapporto sessuale con la ragazza.

La visita in ospedale

Tornata a casa, la ragazza, ha raccontato quanto accaduto alla madre e insieme sono andate in ospedale per una visita medica che ha confermato la presenza di lesioni sul corpo della giovane. Inoltre la giovane si sottopose ad altri controlli, come l'esame del sangue che constatò la presenza di benzodiazepine nel suo corpo, sostanze che la giovane donna non aveva assunto di sua iniziativa.

La condanna e poi l'assoluzione

Nel 2016 i due ragazzi furono condannati in primo grado e la pena stabilita in quella sede era di cinque anni di carcere per uno e tre per l'altro. Nessuno può lavare il segno di una violenza sessuale, ma l'assurdità di tutta la storia è stata la motivazione che ha portato tre giudici donne della Corte d'Appello all'assoluzione dei ragazzi: "troppo brutta per poter piacere all'indagato". E a sostegno ulteriore di questa scelta ci sarebbe anche l'appellativo con il quale il numero di cellulare della ragazza era stato salvato sul telefono di uno degli indagati: "Vikingo", che sarebbe stato associato al fatto che la ragazza appare ai giudici "essere mascolina". Un vero incubo per questa ragazza che, oltre al danno, ora subisce anche la beffa di non essere creduta, ma che invece è stata etichettata come bugiarda.