Stefano Leo è stato ucciso a sangue freddo, all'improvviso e senza un motivo apparente, mentre si stava dirigendo al lavoro. Il killer è un marocchino 27enne, con passaporto italiano, che seduto sulla panchina in stato di agitazione e tristezza ha pensato di vendicarsi con una persona scelta quasi a caso.

Stefano Leo ucciso perché bianco e italiano

"Volevo uccidere un giovane, bianco e italiano.

Avrebbe fatto scalpore" ha confessato Said Mechaout, il killer del ragazzo tra tutti i passanti ha scelto di colpire un italiano, che avesse più o meno la sua età e che fosse bianco. Said ha comprato prima un coltello e poi si è diretto verso i Murazzi del Po, dove si è seduto su una panchina in attesa della persona giusta da sacrificare. Secondo quanto riferito alla Stampa Mechaout ha confessato ai carabinieri che la vittima è stata scelta perché un giovane probabilmente inserito in un contesto sociale, con molti amici e genitori che si sarebbero preoccupati. Il killer marocchino voleva che il suo gesto suscitasse scalpore, "volevo togliergli tutte le promesse che aveva...toglierlo a parenti e amici" ha detto.

Dopo più di un mese dall'omicidio il reo confesso si è presentato in caserma, il suo volto e il suo atteggiamento però hanno dimostrato spavalderia che non ha nulla a che fare con un gesto di pentimento. Stando al suo racconto la mattina dell'omicidio Said si è svegliato nel dormitorio per clochard in piazza D'Armi, ha attraversato la città ed è entrato in un discount in via Borgaro dove con 10 euro ha comprato un set di coltelli: "Ho preso quello più grande e ho buttato via gli altri". La dinamica dell'omicidio l'aveva studiata sin da subito, sapeva già di voler colpire alla gola: "Se lo colpisci alla schiena è meno sicuro, puoi prendere un polmone e non sei certo di ammazzarlo". Con il coltello in tasca, poi, si è diretto ai Murazzi dove si è seduto su una panchina, "ho scelto quel posto perché si può scappare subito via" ha raccontato.

Stefano colpito sulle scale

L'assassino, inizialmente, aveva puntato un ragazzo con il cane: "Poteva essere lui la vittima ma in quel momento c'era gente" ha dichiarato Said. Poi è arrivato Stefano Leo, aveva le cuffiette e gli occhiali scuri, Said si è alzato di scatto e lo ha raggiunto mentre saliva le scale verso la strada. "L'ho colpito alla gola, sgozzandolo" ha confessato, "ho visto che tentava di respirare...poi si è accasciato dopo aver fatto le scale cercando di respirare".