L'imbarcazione della marina militare italiana avrebbe avvistato in mare un gommone in pericolo con a bordo circa ottanta migranti, ma non sarebbe intervenuta per trarli in salvo. Questa la denuncia che arriva attraverso un post sul social network 'Twitter' da parte dell'O.N.G. (Organizzazione Non Governativa) Sea Watch, che ha chiesto l'intervento immediato e tempestivo delle autorità italiane prima che il natante affondasse.

La Marina Militare si difende

Alle accuse della O.N.G., sempre su Twitter, risponde la Marina Militare Italiana che attraverso il suo ufficio stampa e comunicazione fa sapere che la loro imbarcazione si trovava ad una distanza di ben ottanta chilometri dal gommone e che i migranti già erano stati soccorsi e messi in salvo da una motovedetta battente bandiera libica nella zona della Sar libica. Secondo le autorità italiane, dunque, al momento della segnalazione da parte dell'aereo 'Colibrì' della Sea Watch, sarebbe stato inviato - come da prassi operativa - un elicottero affinché fornisse il supporto necessario, sebbene il recupero dei migranti in mare fosse già stato portato a termine dai libici.

Le reazioni delle associazioni umanitarie

Non è della stessa opinione la Mediterranea Saving Humans che sostiene che la Marina Militare italiana avrebbe assistito senza far nulla alla cattura, da parte della motovedetta libica, di ottanta persone, riportandole in Libia, luogo da dove tentavano di fuggire per porre fine all'inferno di abusi e violenza. La notizia arriva proprio mentre le navi della società civile, la Mediterranea Mare Jonio e la Sea-Watch Tre, sono bloccate nel porto di Licata (provincia di Agrigento, in Sicilia) sotto sequestro giudiziario e il ministro dell'Interno e vice-premier leghista Matteo Salvini sembra sempre più deciso a proseguire ad ogni costo la sua politica dei cosiddetti 'porti chiusi'.

Senatore De Falco: 'Fatto gravissimo'

Preoccupato circa la segnalazione dell'O.N.G. anche il senatore ex Movimento Cinque Stelle, Onorevole Gregorio De Falco che sostiene che 'se il fatto fosse vero, sarebbe una cosa gravissima perché non si può permettere che uomini, donne e bambini tornino nello scenario infernale della Libia attuale'. Alcune fonti e testimonianze parlano di tanto panico e grida a bordo del gommone perché continuava ad imbarcare acqua. Come scrive Alarm Phone, l'ultimo contatto con la barca ci sarebbe stato intorno alle 15:21. Poi, sarebbe scattato il mayday di allarme - intorno alle ore 13:00 - da parte dell'organizzazione di volontariato Alarm Phone, il servizio telefonico che offre aiuto ai migranti in caso di pericolo.