Non ha cambiato la sua versione davanti ai giudici del Tribunale di Lecce, Vittorio Leo, il 48enne che è accusato dagli inquirenti di aver brutalmente ucciso, lasciandolo morire tra le fiamme, suo padre, l'89enne Antonio Leo. L'omicida ha confessato di aver gettato alcol sull'anziano padre al culmine di un litigio avvenuto in una villetta bifamiliare a Collepasso, piccolo paese della provincia di Lecce, ma secondo la sua versione non sarebbe stato lui ad incendiare di proposito il corpo dell'anziano, ancora in vita al momento del dramma.
Vittorio ha dichiarato che si trovavano davanti ai fornelli, e all'improvviso si è sviluppato il rogo mortale che ha avvolto l'anziano. Per i giudici questa versione non è credibile, e non si è trattato assolutamente di un incidente come sostiene il figlio della vittima. Il 48enne ha dichiarato davanti al giudice Giovanni Gallo che non voleva uccidere il padre, sottolineando comunque come lo stesso era solito rimproverarlo spesso, facendogli pesare soprattutto il fatto di non essersi mai laureato.
Una situazione familiare delicata
Il dramma sarebbe la conseguenza di una situazione familiare non proprio rosea.
Molte persone in paese, e non solo, conoscevano tutto quello che succedeva soprattutto tra Vittorio e sua sorella, i quali ormai da tempo litigavano per questioni inerenti la custodia dell'anziano padre e l'eredità. Tutto questo avrebbe portato la situazione a degenerare e mercoledì scorso, al culmine dell'ennesima lite tra padre e figlio, si è verificato il dramma. Una tragedia che ha profondamente scosso la piccola comunità del Sud Salento, che conta poco più di 5.000 abitanti, una località dove raramente fa capolino la grande cronaca. Vittorio era molto conosciuto in Paese soprattutto per la sua professione di agente immobiliare: i suoi colleghi infatti riferiscono che fino a pochi anni lo stesso era fortissimo sul mercato, poi ultimamente aveva subito un calo.
Il giudice: 'Nessun pentimento, agghiacciante'
Secondo quanto riporta il Quotidiano di Puglia, sulle sue pagine online, il giudice Gallo ha definito il comportamento di quest'uomo davvero "agghiacciante", in quanto non ha mostrato nessun segno di pentimento per quanto successo. Gli avvocati difensori, Francesca Conte e Luigi Cucco, erano anch'essi presenti all'interrogatorio di garanzia svolto nelle scorse ore a Lecce, momento in cui il 48enne ha riferito anche altri particolari della vicenda. Leo ha dichiarato che, preso dal panico, dopo aver ucciso il padre ha pulito tutto e si è cucinato un piatto di pasta, questo in modo da stemperare la tensione. Il delitto infatti sarebbe avvenuto intorno alle 12:30, ma lo stesso Vittorio chiamò i carabinieri della locale stazione soltanto alle 16:30 di mercoledì 29 maggio.