L’episodio è ancora poco chiaro, ma ha destato scalpore ad Avellino. Protagonista della vicenda un ragazzo di soli 13 anni, che è stato brutalmente aggredito nei bagni di una Scuola media della città, il Convitto Nazionale Pietro Colletta. Il giovane, che frequenta la terza, sarebbe stato percosso con estrema violenza, tanto da riportare ferite al volto, contusioni agli occhi e danni ai denti. A lanciare l’allarme, venerdì mattina, sarebbero stati compagni di classe ed i docenti dello studente. Il tredicenne è stato immediatamente accompagnato al pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni Moscati, dove è stato ricoverato in codice verde.

I medici l’hanno dimesso poco dopo con la prognosi di dieci giorni. Nel frattempo i poliziotti hanno cominciato ad indagare sull’episodio, individuando anche il presunto responsabile, un giovane dodicenne, che è alunno della stessa scuola.

Il racconto del ragazzo aggredito

Gli inquirenti hanno già sentito diversi testimoni, ed anche i genitori della vittima, oltre alla dirigente scolastica. Al momento non si conoscono le ragioni che possono aver scatenato la violenta colluttazione. Il giovane colpito ha raccontato agli agenti di essere stato aggredito senza un reale motivo, aggiungendo anche che, in precedenza, non aveva mai avuto nessun problema con quel compagno di scuola. Quindi si sarebbe trattato di un atto di bullismo estemporaneo, che non ha avuto conseguenze più gravi solo perché sono intervenuti gli altri studenti, che hanno tentato di fermare il dodicenne, avvertendo il personale scolastico.

Solo così si è potuto evitare il peggio.

Lo sfogo del padre della vittima

Il padre della vittima dell’aggressione potrebbe presentare una querela contro l’autore delle violenze. Nel frattempo il genitore ha pubblicato sul proprio profilo Facebook il referto medico, aggiungendo un commento in cui ha descritto la propria esperienza, ricordando anche come sia dovere di tutte le istituzioni, ed in primo luogo della scuola, impegnarsi per evitare e reprimere sul nascere fenomeni come il bullismo; altrimenti ci si troverà di fronte ad un grave fallimento, perché un luogo di formazione, come quello in cui è avvenuta l’aggressione, deve essere soprattutto sicuro.

Di tutt’altro parere la preside, che ha voluto chiarire che, secondo le informazioni di cui dispone, si sarebbe trattato di un semplice litigio fra coetanei e non di un atto di bullismo. Tuttavia, nessuno sa dire quando il ragazzo tornerà a frequentare l'istituto: infatti, a parte i traumi all’occhio sinistro, le lesioni all’arcata dentaria inferiore e le diverse contusioni al volto – riscontrate dal personale sanitario del pronto soccorso – il tredicenne avrebbe riportato anche un forte shock psichico in seguito alla colluttazione.