Sarebbero 22 le persone morte di fame e di sete. La situazione descritta è a dir poco drammatica: in una prigione gestita dalle milizie libiche a Zintan, sembra che i migranti siano stati rinchiusi in un hangar colmo di spazzatura e vermi. Ora i sopravvissuti accusano l'Onu di non aver fatto nulla, ma l'Unhcr respinge le accuse, dichiarando di non essere potuta entrare in alcune parti del centro di detenzione.

L'orrore di Zintan

Le condizioni dei migranti detenuti a Zintan sembrano essere qualcosa di disumano. Secondo alcuni testimoni i reclusi dovevano dividersi in un giorno un paio di secchi d'acqua e un solo pasto.

A quanto risulta, all'interno di quella struttura vi sarebbero detenute ben 700 persone, per la maggior parte eritrei. Sino all'inizio di giugno costoro erano rinchiusi in un hangar soffocante, tra spazzatura e vermi, e a conferma di ciò vi sono i video e le foto che sono riusciti a fare i migranti stessi. In seguito queste persone sarebbero state spostate in due strutture più piccole, ma in condizioni pressoché uguali.

Sembra che molti abbiano anche subito delle punizioni dai gestori della struttura, e siano stati lasciati senza acqua né cibo per giornate intere.

La conferma di una situazione drammatica è arrivata anche da Medici senza Frontiere, che hanno scoperto molte persone in condizioni di estrema malnutrizione. A quanto hanno raccontato i sopravvissuti, da settembre a oggi a Zintan sarebbero morte 22 persone. Questi corpi, in mancanza di un cimitero, sarebbero stati messi in frigoriferi o stanze con aria condizionata, con conseguenze sulle condizioni igieniche che si possono immaginare. Ci sono infatti moltissimi malati, affetti soprattutto da tubercolosi.

I sopravvissuti accusano l'Onu di 'aver chiuso un occhio'

Il responsabile del centro di detenzione respinge le accuse, sostenendo di non aver mai impedito ai membri della Nazioni Unite di accedere nell'hangar tanto discusso. Una Ong che collabora con l'Unchr aveva inoltre negato che vi fosse mancanza di cibo per le persone lì presenti, ma poi aveva aggiunto di non aver potuto vedere buona parte dei migranti detenuti a Zintan.

Al momento si ritiene che circa seimila persone siano dentro centri di detenzione di questo tipo, sotto il controllo delle milizie libiche accusate di violazioni dei diritti umani. Per questo motivo l'Ue starebbe cercando, assieme all'Unione Africana e alla Nazioni Unite, di trovare soluzioni al problema al di fuori della Libia.

Questo lo si potrebbe fare tramite un rafforzamento dei corridoi umanitari e il reinsediamento legale.

Nel frattempo però, a detta delle persone lì detenute, a Zintan non è cambiato praticamente niente. I migranti ancora rinchiusi in quel centro di detenzione e con cui si è riusciti a parlare, accusano l'Unhcr di averli ormai abbandonati.