Qualche giorno fa, Adam e Ramy hanno ottenuto la cittadinanza italiana ben prima del compimento del 18esimo anno di età. Secondo quanto riportato da alcune fonti, però, pare che nei giorni successivi alla cerimonia, i due ragazzi siano stati protagonisti di atti di bullismo e comportamenti arroganti.

In molti ricorderanno la terribile vicenda dello scuolabus di San Donato guidato da Ousseynou Sy con 51 ragazzi a bordo.

Proprio quello in cui l'azione congiunta di quattro ragazzini che rispondono ai nomi di Nicolò, Riccardo, Adam e Ramy riuscì a sventare la strategia di morte programmata dall'autista. Adesso pare che due di loro, Adam e Ramy, abbiano preso eccessivamente alla lettera la parola "eroi" veicolata dalla stampa nazionali in questi mesi, sviluppando atteggiamenti più simili a quelli dei bulli.

Adam e Ramy, strafottenti del tipo 'Tu non sai chi sono io': la denuncia al sindaco

Secondo quanto riportato dal giornale La Provincia di Crema e secondo la lettera firmata dal consigliere comunale Enrico Zucchi e indirizzata al sindaco di Crema, Stefania Bonaldi, la vita dei ragazzini avrebbe alcuni lati d'ombra.

Il quadro dei due "eroi" che hanno appena ottenuto la cittadinanza italiana "per un atto di alto valore etico e civico" sarebbe da finto Dorian Gray. E sicuramente ben diverso da quello edulcorato che molti giornali nazionali hanno cercato di veicolare in questi mesi.

Pare, infatti, che nel pomeriggio di sabato scorso, i due "eroi", insieme ad altri tre ragazzini, si siano comportati da bulletti di periferia. Come riporta ll Primato Nazionale, il gruppetto di cinque ragazzi avrebbe dato prova di atti di prepotenza, insulti, episodi di bullismo adottando un atteggiamento strafottente e vessatorio nei confronti di alcuni altri ragazzi. A testimoniare il "fattaccio" almeno sei testimoni che, sbalorditi da tale comportamento, avrebbero deciso di riportare la spinosa questione al sindaco.

Adam e Ramy, arroganza sulla cittadinanza a 18 anni

Qualche ombra di dubbio era stata sollevata subito dopo il rocambolesco salvataggio dei ragazzini dello scuolabus. Al tempo, sfruttando l'ondata politically correct, il merito del salvataggio era stato attribuito ai due ragazzi non ancora cittadini italiani. Le cose, in realtà, pare siano andate diversamente e che almeno altri due ragazzi italiani di nascita (Riccardo e Nicolò) avrebbero contribuito a salvare i compagni dalla furia omicida dell'autista senegalese Ousseynou Sy.

Nicolò e Riccardo, però, sarebbero subito stati rimossi dalla narrazione epica della vicenda senza ricevere alcuna attenzione mediatica. Adam e Ramy, invece, meno di una settimana fa hanno ricevuto anzitempo la cittadinanza italiana.

Sempre Il Primato Nazionale ricorda come nei mesi scorsi, Ramy abbia rilasciato dichiarazioni arroganti a La Stampa: "Se Salvini non vuole darmi la cittadinanza, fatti suoi. La prenderò a 18 anni". E non pago dell'arroganza dimostrata, aveva continuato: "Se non c'ero io morivano tutti". Anche Repubblica aveva riportato un comportamento molto simile anche in un'altra occasione, anche questa volta sulla questione cittadinanza: "Io privilegiato per averla avuta prima dei 18 anni? In ogni caso a 18 anni l'avrò".

La saggezza degli eroi, l'egocentrismo dei bulli

Anche su queste pagine avevamo riportato al tempo la vicenda, raccontando la versione completa dei fatti: la telefonata della salvezza non sarebbe stata fatta da Ramy.

Per giunta, il suo compagno Adam dichiarò: "Ripensando a quando è successo, siamo stati tutti coraggiosi, ma qualcuno lo è stato di più. Niccolò si è offerto volontario quale ostaggio, quando l’autista ha detto di volere uno di noi vicino a lui’.

Parla di Nicolò Bonetti, artefice della strategia di salvezza insieme ai compagni Riccardo, Adam e Ramy. Le parole di questo ragazzino italiano dimostrano ben più saggezza di quella dimostrata dagli altri due neo-cittadini tricolore. "Non mi sento un eroe - ha detto Nicolò Bonetti a "Un giorno da pecora" - ho fatto solo la cosa giusta".