Nuovo capitolo nella ‘saga’ conseguente l’evento dello scuolabus dirottato a San Donato Milanese e ormai passata dalla cronaca alla politica, dopo tutte le polemiche esplose in merito alla cittadinanza italiana richiesta per due dei ragazzini coinvolti e protagonisti di azioni che hanno contribuito al salvataggio di tutti gli ostaggi dell’autista di origini senegalesi Ousseynou Sy. Secondo quando pubblicato dal settimanale Oggi e ripreso dal quotidiano Il Giornale, il vero autore della telefonata che ha allertato i carabinieri non sarebbe Ramy, ma il suo compagno Adam.

‘Ramy ha nascosto il cellulare e io ho telefonato’

Oggi ha raggiunto la famiglia di Adam e ha chiesto al ragazzo la sua versione dei fatti. Il ragazzino, con molta semplicità, ha descritto quanto avveniva a bordo dello scuolabus: ‘Una mia compagna, Chiara, era spaventatissima, piangeva e nessuno riusciva a consolarla, ma questo pianto ha in parte distratto l’autista dello scuolabus quando ha chiesto i nostri cellulari. Ramy è riuscito a nascondere il suo sotto il sedile e poi, quando quell’uomo è tornata al posto di guida, lo abbiamo recuperato e sono riuscito a contattare il 112’.

‘Mentre lo scuolabus si dirigeva verso Milano, ho riconosciuto un ristorante vicino a Peschiera Borromeo, un posto dove spesso sono andato con i miei genitori – continua Adam – Grazie a questo sono riuscito a dire al carabiniere al telefono che eravamo passati davanti alla Fabbrica dei Sapori e ho chiesto loro di correre in nostro aiuto’.

Una indicazione preziosa che ha permesso ai militari dell’Arma di raggiungere il mezzo, bloccarlo e poi liberare i ragazzi e gli insegnanti. La voce che afferma ‘Signore, la prego, mandi qualcuno, questo non è un film’ apparterrebbe quindi ad Adam, il migliore amico di Ramy.

‘Il più coraggioso? E’ stato Niccolò’

‘Ripensando a quando è successo, siamo stati tutti coraggiosi, ma qualcuno lo è stato di più – conclude Adam nell’intervista - Niccolò si è offerto volontario quale ostaggio, quando l’autista ha detto di volere uno di noi vicino a lui’.

‘Essere cittadino italiano è il suo sogno, ora spero che si avveri, inshallah’: sono le parole di Hasnaa Ouriad, la mamma di Adam, corsa al commissariato insieme al marito quando ha appreso la notizia del sequestro dello scuolabus. ‘Mi sono seduta in un angolo e ho iniziato a pregare: Tu che puoi tutto, salvali. Tu che puoi tutto, proteggili.

Ho pregato per tutti loro, non potevo farlo solo per mio figlio: quei bambini, tutti quelli che erano a bordo dello scuolabus, li conosco da quando erano piccoli, alcuni non sono in classe con lui ma giocano a calcio insieme, altri vengono qui per la merenda. Pregavo per tutti’.

In ogni caso, il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha confermato che la cittadinanza italiana sarà conferita a entrambi i ragazzi: solo a loro, non alle rispettive famiglie. Adam e Ramy, insieme ad altri tre compagni di classe (compreso Niccolò) e ai 12 carabinieri protagonisti della loro liberazione, sono stati ricevuti di ieri pomeriggio a Roma da Matteo Salvini, che alla fine dell’incontro ha offerto un gelato ai cinque ragazzi, invitando i cronisti a non seguirli: ‘E’ una passeggiata privata’, richiesta rimasta inascoltata tanto che a un certo punto il Vicepremier ha dovuto lasciare i giovani. ‘Abbiamo i giornalisti alle costole, meglio salutarci ma mi raccomando: fate i bravi e in bocca al lupo’.