Nella serata dell'11 settembre, Maria Paola Gaglione, una giovane 22enne è deceduta in seguito a una caduta dallo scooter in via degli Etruschi ad Acerra, in provincia di Napoli. Inizialmente sembrava trattarsi di un fatale incidente stradale, ma con le indagini si è evidenziato un altro scenario: il fratello avrebbe seguito e speronato il ciclomotore della ragazza, poiché non accettava la sua relazione con un transgender.
"Non volevo uccidere nessuno, ma dare una lezione a mia sorella e soprattutto a quella là (la compagna ndr) che l'ha infettata", questo è quanto dichiarato dal sospettato, attualmente agli arresti.
Una prima ricostruzione dell'accaduto
Maria Paola Gaglione era a bordo del motorino insieme al suo ragazzo quando è caduta, sbattendo contro il tubo di un impianto d'irrigazione. Inutile l'intervento dei soccorsi: la donna è deceduta sul colpo. Ferito ma non gravemente, il suo compagno col quale pare avesse una relazione stabile, tanto che i due avevano deciso di andare a vivere insieme ad Acerra. Sulla base delle indagini svolte dai carabinieri, il fratello della vittima avrebbe inseguito lo scooter sul quale stavano viaggiando Maria Paola e il fidanzato per diversi chilometri, fino a colpirlo, causando il decesso della ragazza.
La pm Patrizia Mucciaccito e la procuratrice Laura Triassi inizialmente avevano avanzato l'accusa di "morte in conseguenza di altro reato". Ora l'hanno modificata in "omicidio preterintenzionale". L'udienza è prevista per il 14 settembre: il giudice dovrà decidere se convalidare o meno il provvedimento emanato.
Le dichiarazioni dell'Arci Gay e del Gay Center
"Non si può negare la vita per la felicità di due persone", ha affermato la presidente dell'Arci Gay Daniela Lourdes Falanga, aggiungendo che troppe volte i ragazzi o le ragazze delle persone transgender diventano oggetto di "offese e umiliazioni".
Il portavoce del Gay Center, Fabrizio Marrazzo dopo aver riportato quanto accaduto a Maria Paola Gaglione, non accettata dalla propria famiglia e definita "infetta", ha sottolineato la necessità di emanare una norma che condanni l'omotransfobia e prevenga situazioni di questo tipo.
"Chiediamo giustizia per Paola, il colpevole non è solo il fratello, ma anche gli altri famigliari", ha chiosato il portavoce del Gay Center, specificando che la famiglia avrebbe consentito quanto accaduto, senza proteggere la ragazza.
Intanto, la madre del compagno della vittima ha pubblicato su Facebook un post di rabbia e di dolore, specificando che i figli andrebbero accettati così come sono. "Paola riposa in pace", ha aggiunto la donna. Tante le reazioni sui social di solidarietà per Maria Paola e il suo fidanzato.