Si continua a parlare della morte del dottor Giuseppe De Donno. Il medico era stato trovato primo di vita nella sua casa del Mantovano, impiccato. De Donno era stato fino a qualche mese addietro, primario del reparto di pneumologia dell'ospedale Carlo Poma fino allo scorso 5 luglio, quando dopo aver dato le dimissioni dalla direzione del reparto di pneumologia ed aver scelto di ritornare ad espletare la professione di medico di base.

A scatenare una vera e propria teoria del complotto priva di fondamento, è stato lo psichiatra Alessandro Meluzzi attraverso un tweet poi commentato da diversi utenti.

Il tweet di Meluzzi sulla morte di De Donno

Alessandro Meluzzi è stato inserito da Newsguard tra i cinque "super diffusori di fake news inerenti Covid e vaccini". Meluzzi, in occasione della tragedia, ha pubblicato sul suo profilo social un'immagine che ritrae un'infermiera con tanto di occhi coperti da una mascherina composta da una banconota da 500 euro. Con il suo tweet, lo psichiatra spinge delle accuse anonime, scrivendo che Giuseppe De Donno sarebbe morto perché "non era uno di loro", e aggiungendo: "Non illudetevi, potete uccidere un uomo ma non le sue idee".

Un riferimento molto chiaro che ha scatenato una teoria del complotto sul web con molti utenti che - nei commenti al post - si sono lanciati in diverse supposizioni sull'improvvisa morte del 54enne medico e padre della terapia con plasma iperimmune contro il covid-19, studio successivamente bocciato. Meluzzi sembrerebbe non essere affatto nuovo a tweet del genere e in svariate occasioni i suoi cinguettii social sono stati oggetto di analisi ed è stato accusato di diffondere fake news sul Covid e sui vaccini.

Per la Procura di Mantova sarebbe un atto dovuto sul suicidio De Donno

La Procura di Mantova aveva da subito disposto il sequestro della salma del medico, al fine di poter effettuare l'autopsia sul corpo di Giuseppe De Donno.

Inoltre, dopo aver sentito in merito alla vicenda moglie e figli del medico, ha disposto il sequestro dei cellulari e del computer di De Donno. L'ipotesi a cui starebbero indagando gli inquirenti sarebbe quella di istigazione al suicidio, e proprio per questo l'autorità giudiziaria sta indagando sulle ultime ore prima del tragico suicidio. De Donno aveva detto che sarebbe andato a studiare e successivamente è stato rinvenuto privo di vita dalla figlia 20enne, senza lasciar alcun biglietto che potesse far luce sulle motivazioni del suicidio. Sembrerebbe che il fascicolo rubricato come istigazione al suicidio, sarebbe un atto dovuto che non lascia spiragli ad altre interpretazioni.

La terapia al plasma iperimmune bocciata dall'AIFA

Giuseppe De Donno era salito alla ribalta, anche televisiva, proprio grazie alla sua terapia al plasma iperimmune contro il covid-19. Terapia che, anche se all'epoca in fase di sperimentazione, mirava ad essere la terapia più gettonata per combattere il Coronavirus, è stata poi successivamente bocciata dall'AIFA. Secondo l'AIFA, a seguito degli studi effettuati sulla terapia, non veniva riscontrata alcuna differenza tra i gruppi di soggetti trattati con plasma e quello con terapia standard.