Pagina triste quella del 4 agosto per i carabinieri. A Napoli due membri dell'Arma sono stati arrestati con l'accusa di aver favorito la camorra: si tratta di M. C. e W. I., di 46 e 49 anni.

Le accuse mosse nei confronti dei due carabinieri

Nella mattinata del 4 agosto i militari in forza al Comando provinciale dei carabinieri di Napoli hanno dato esecuzione a un ordine restrittivo nei confronti di alcuni soggetti, tra cui il carabiniere M. C., finito in carcere, e il carabiniere W. I., sottoposto agli arresti domiciliari. Il primo sarebbe accusato di aver favorito il clan Cutolo, sodalizio camorristico egemone proprio nel territorio in cui prestava servizio: Bagnoli/Fuorigrotta.

Tra le accuse mosse al secondo, invece, ci sarebbe la detenzione di sostanza stupefacente del tipo cocaina, che, secondo gli inquirenti, sarebbe stata sottratta ad alcuni spacciatori extracomunitari. L'uomo, infatti, si sarebbe introdotto nell'abitazione di quest'ultimi.

I due militari dell'Arma avrebbero fatto rivelazioni di notizie segrete alla camorra

Entrambi i militari dell'Arma arrestati a Napoli sono accusati, oltre che del reato di falso per M. C. e detenzione di stupefacenti per W. I., anche di rivelazione di notizie coperte da segreto d'ufficio.

I due uomini avrebbero, infatti, rivelato notizie coperte da segreto e divulgato informazioni private di operazioni di servizio.

L'accusa di falso, mossa nei confronti del carabiniere più giovane, secondo quanto emerso dalle indagini, sarebbe riferita a una dichiarazione scritta sul conto di Carra Gennaro, all'epoca dei fatti ai vertici del Clan Cutolo del Rione Traiano e ora collaboratore di giustizia.

Secondo gli inquirenti, M. C. avrebbe dichiarato di aver notato Carra a piedi in una determinata occasione, omettendo che fosse a bordo di una Fiat panda a noleggio. Carra, noto nell'ambiente della malavita anche come "Borotalco", nella giornata in questione avrebbe avuto con sé pure un'arma. Anche nei confronti del carabiniere W.

I. sono rubricate accuse di rivelazione di notizie coperte da segreto d'ufficio: sembrerebbe, infatti, che il militare abbia svelato al collega M. C., di un'indagine e di intercettazioni che avrebbero visto coinvolto proprio un parente del suo interlocutore, oltre ad aver divulgato la notizia che fossero in procinto di eseguire una misura nei confronti di un indagato.