Non si tratterebbe di vendetta: secondo i carabinieri M. A. C., allevatore 74enne originario di Orune, è stato ucciso con diverse coltellate probabilmente dopo una lite. Insomma sarebbe un delitto d’impeto. Gli inquirenti ora cercano il responsabile.
Il corpo senza vita dell’uomo è stato trovato intorno alla mezzanotte di ieri, 27 agosto, da parte del figlio. A due passi dall’ovile della vittima, proprio a pochissimi metri dalla statale 389 che porta anche ad Orune.
Il corpo dell’uomo, oltre ai segni delle coltellate, non presentava altre lesioni. Proprio per questo gli inquirenti escludono un delitto premeditato che, magari, possa avere un collegamento con la faida che per oltre cinquant’anni ha tenuto sotto gli occhi dei riflettori tutta la comunità di Orune.
Almeno per ora l’ipotesi più accreditata e seguita dagli investigatori dei carabinieri, è quella di un classico delitto d’impeto, magari nato durante una violenta discussione.
Per ora gli inquirenti non escludono nessuna pista. L’unica certezza è che si sia trattato di un delitto non premeditato, assicurano gli esperti dell’Arma.
Dopo tutti i controlli di rito la salma dell'anziano è stata trasferita nella camera mortuaria dell’ospedale San Francesco di Nuoro. Dove, su disposizione del pubblico ministero Riccardo Belfiori, che coordina l’inchiesta, sarà effettuata l’autopsia. Grazie all’esame autoptico sarà infatti possibile capire l’orario del decesso della vittima e soprattutto le cause della morte.
Il luogo del delitto
Le indagini dei carabinieri sono ancora in corso. Gli specialisti dell’Arma dovranno infatti stabilire se l’anziano allevatore originario di Orune sia stato ucciso all’interno del suo ovile, oppure nel luogo in cui è stato trovato il corpo senza vita. Dalle prime indiscrezioni sembrerebbe infatti che l’uomo, dopo essere stato accoltellato, avrebbe tentato di raggiungere la strada statale, probabilmente per chiedere aiuto, senza però trovare nessuno.
M.A.C. era sposato, padre di sette figli e nonno di diversi nipoti. Chi lo conosceva assicura che fosse un uomo riservato, senza nessun precedente penale, una persona tranquilla che non si vedeva spesso in giro. Insomma un uomo che non aveva mai avuto a che fare con la giustizia.
L’unico episodio che lo coinvolse indirettamente infatti risale agli anni ’80, quando avrebbe avuto alcuni screzi con dei compaesani. Fatti però che non avevano avuto nessun risvolto.
La reazione di Orune
“Nessuno si sarebbe mai aspettato questo – afferma Pietro Deiana, sindaco di Orune – per noi e per tutto il paese è stato peggio di un fulmine a ciel sereno. Era una persona tranquillissima. Era raro che si vedesse in giro per il paese – conferma il primo cittadino – andava sempre in campagna, nel suo terreno.
Insomma tutto casa e lavoro. Personalmente era da tempo che nemmeno lo incrociavo. Una persona riservata. Ed è proprio per questo – conclude il sindaco – che la notizia della sua uccisone ha lasciato basito tutto il paese. Da anni e anni ad Orune non vedevamo un omicidio”.
Bisogna tornare indietro nel tempo infatti per ricordare l’ultimo fatto di sangue accaduto ad Orune. Stiamo infatti parlando di sei anni fa, quando Il 19enne Gianluca Monni venne ucciso a fucilate mentre aspettava il pullman. Delitto, tra l’altro, collegato con la scomparsa avvenuta di Stefano Masala, sparito da Nule e mai ritrovato.