All'alba di martedì 2 ottobre, i Carabinieri della Compagnia di Tropea hanno arrestato due uomini, un padre di 66 anni e suo figlio di 43, accusati di un tentato omicidio avvenuto a Rombiolo il 22 aprile scorso. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal Tribunale di Vibo Valentia su richiesta della Procura della Repubblica. L'arresto segna un importante sviluppo nelle indagini condotte dalle forze dell'ordine, che stanno cercando di far luce su un episodio di estrema violenza che ha sconvolto la comunità locale.

Calabria, agguato a Rombiolo

I due arrestati, padre e figlio, già noti alle forze dell'ordine, sono accusati di aver pianificato e messo in atto un agguato ai danni di Carmelo Castagna, un uomo di 54 anni originario della stessa area. La vittima sarebbe stata colpita da diversi proiettili al volto e al busto, ma è riuscita a salvarsi grazie a un'astuta mossa: ha finto di essere morto, convincendo i suoi aggressori a fuggire. Questo gesto disperato gli ha permesso di sopravvivere e di raccontare quanto accaduto. Le indagini proseguono per chiarire ulteriori dettagli su come si sia svolta l'azione e per confermare le responsabilità dei due uomini.

Il movente e il contesto dell'aggressione

Secondo quanto emerso dalle prime indagini, il movente dell'agguato potrebbe essere riconducibile a vecchi contrasti tra la vittima e i due arrestati. Questi conflitti sembrano essersi aggravati negli ultimi mesi, forse a causa della presunta presenza di Castagna nei pressi dei terreni di proprietà della famiglia degli accusati. Gli inquirenti sospettano che la vittima fosse in quei luoghi per svolgere attività illecite, ma ulteriori accertamenti sono in corso per verificare la validità di questa ipotesi. Le tensioni tra le parti, che risalirebbero a diverso tempo prima, avrebbero quindi culminato in questo tentato omicidio.

Calabria, i Carabinieri monitorano il territorio

Al momento, i due uomini si trovano in stato di detenzione e saranno sottoposti nelle prossime ore a interrogatorio di garanzia per chiarire la loro posizione e fornire eventuali spiegazioni in merito alle accuse che li vedono coinvolti. Gli investigatori continuano a lavorare sul caso, raccogliendo ulteriori prove e testimonianze per ricostruire esattamente quanto accaduto. Nonostante le accuse gravi, è importante sottolineare che i due arrestati godono ancora della presunzione di innocenza, come previsto dalla legge. La Procura di Vibo Valentia, guidata dal procuratore Camillo Falvo, continua a monitorare attentamente la situazione, mentre la comunità attende ulteriori sviluppi.