Beni per un valore complessivo di circa 500 mila euro sono stati sequestrati dalla Direzione Investigativa Antimafia di Catanzaro, a seguito di un decreto emesso dal Tribunale della città. Il provvedimento colpisce un imprenditore immobiliare, già condannato in primo grado a 30 anni di reclusione per associazione mafiosa e attualmente agli arresti domiciliari. Il sequestro rientra nelle misure di prevenzione patrimoniale richieste dalla Procura di Catanzaro nell’ambito dell’operazione Profilo Basso, che ha evidenziato il legame tra il mondo imprenditoriale e le cosche della ‘ndrangheta calabrese.

Operazione Profilo Basso e condanna dell’imprenditore

Il sequestro rappresenta una fase cruciale dell'operazione Profilo Basso, avviata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro per colpire le infiltrazioni della criminalità organizzata nell’economia locale. L’imprenditore coinvolto, arrestato nel gennaio 2021, è stato condannato a luglio 2023 per aver facilitato le operazioni finanziarie delle cosche investendo fondi illeciti nel settore immobiliare.

Secondo le accuse, l’uomo avrebbe utilizzato le proprie aziende per agevolare il riciclaggio di denaro proveniente da attività criminali, come l’usura, garantendo alla 'ndrangheta un accesso privilegiato al mercato immobiliare locale.

Beni sequestrati di provenienza illecita

Il provvedimento di sequestro si estende a una ditta individuale, un fabbricato e vari beni mobili, tra cui un impianto fotovoltaico, otto orologi Rolex e un lingotto d’oro. Inoltre, le forze dell'ordine hanno trovato denaro contante in diverse valute e due rapporti finanziari, il tutto per un valore complessivo di circa 500 mila euro.

Le indagini economico-patrimoniali hanno mostrato come il valore dei beni fosse sproporzionato rispetto ai redditi legittimamente dichiarati dall’imprenditore, evidenziando la provenienza illecita di gran parte del suo patrimonio. Nell'illustrare l'operazione, la Procura di Catanzaro ha sottolineato come questi sequestri siano fondamentali per contrastare l'accumulo di ricchezze attraverso attività criminali.

Le indagini continuano: lotta alla ‘ndrangheta

Le indagini proseguono con l’obiettivo di smantellare ulteriormente le reti di sostegno alla criminalità organizzata. Secondo gli inquirenti, l’imprenditore sequestrato aveva un ruolo centrale nelle dinamiche della ‘ndrangheta, fungendo da riferimento per diverse organizzazioni criminali nelle province di Catanzaro e Crotone.

L’operazione della DIA rappresenta un ulteriore passo avanti nella lotta contro le infiltrazioni mafiose nel tessuto economico, sottolineando l’impegno costante delle autorità nel garantire la legalità nel territorio calabrese.