Il mondo del tifo organizzato di Milano è oggetto di un’operazione della polizia, su delega della Direzione distrettuale antimafia, che ha portato nella mattinata di lunedì 30 settembre a 19 arresti tra i capi ultrà di Inter e Milan per associazione a delinquere finalizzata a commettere atti di estorsione, lesioni, resistenza a pubblico ufficiale, rissa, percosse, e intestazione fittizia. In particolare, i soggetti sottoposti a ordinanza di custodia cautelare avrebbero commesso estorsioni sulle operazioni vendita dei biglietti delle partite delle due squadre.

Inoltre, avrebbero imposto il pizzo nei parcheggi intorno allo stadio e nella vendita a San Siro di cibo, bevande e gadget. Chi non rispettava i pagamenti sarebbe stato picchiato dai tifosi, coinvolti anche in risse tra fazioni rivali. Fra le persone arrestate c'è anche il bodyguard del rapper Fedez.

Gli ultrà di Inter e Milan coinvolti nell’operazione

L’indagine condotta della Squadra mobile di Milano, con i pm Paolo Storari e Sara Ombra, coordinati dal procuratore Marcello Viola e dall'aggiunta Alessandra Dolci, ha riguardato anche nomi noti, come il capo ultrà nerazzurro Andrea Beretta, già in custodia cautelare con l’accusa di aver ucciso Antonio Bellocco lo scorso 4 settembre a Cernusco sul Naviglio, e Marco Ferdico, colui che ne aveva preso il posto in Curva Nord a capo dei supporter dell’Inter.

Tra i tifosi rossoneri, è stato arrestato Christian Rosiello, amico e bodyguard di Fedez. Il rapper non risulta coinvolto nell’operazione di stamattina, che ha visto 19 destinatari delle misure: 16 sono finiti in carcere e tre agli arresti domiciliari.

Sono numerosi i volti di spicco della Curva Sud milanista, come il leader Luca Lucci e il fratello Francesco.

Il primo è ricordato anche per la foto del 16 dicembre 2018 insieme a Matteo Salvini scattata durante la festa per i 50 anni della tifoseria organizzata del Milan all’Arena Civica di Milano. Arrestato anche Islam Hagag, conosciuto per aver preso parte al pestaggio di qualche settimana fa del personal trainer Cristiano Iovino, dopo una lite in discoteca con Fedez.

Le intercettazioni del capo ultrà milanista con Fedez

Dalle intercettazioni emergerebbe anche come una frangia di ultrà del Milan si sia prestata a spedizioni punitive, anche su richiesta di terze persone. Per tale ragione hanno assunto rilievo nelle indagini alcune intercettazioni che hanno coinvolto anche Fedez, relativamente all’aggressione di Cristiano Iovino.

Inoltre, il rapper – che non risulta indagato – avrebbe chiesto al capo ultrà del Milan Lucci di intervenire per concedergli la possibilità di vendere la bevanda prodotta dal cantante all’interno dello stadio Meazza, appaltandone la distribuzione a una società gestita dai vertici della tifoseria organizzata. Il leader dei tifosi si era mostrato interessato, aggiungendo di essere disponibile a intercedere affinché la bibita fosse venduta anche durante le partite dell’Inter.

Fedez avrebbe chiesto all’ultrà anche di procurargli una persona fidata che potesse fare da bodyguard per la sua famiglia. Infine, i due si stavano accordando per acquisire insieme la storica discoteca milanese Old Fashion.

L'inchiesta ha coinvolto anche un esponente politico

Nell’inchiesta della Procura di Milano sugli ultrà emergono anche i nomi di esponenti politici locali. In particolare, tra gli indagati in un filone specifico delle indagini risulta esserci Manfredi Palmeri, consigliere regionale lombardo eletto nel 2023 con la lista di Letizia Moratti e con un passato da presidente del Consiglio comunale di Milano, dov’è stato rieletto nel 2021 per il centrodestra.

Palmeri è stato tra i manager della società che ha ottenuto dal Comune la gestione degli spazi e delle attività dello stadio Meazza. In questo ambito il politico è accusato di corruzione tra privati per i suoi rapporti con un imprenditore, interessato a ottenere l'aggiudicazione dell'appalto per i parcheggi intorno a San Siro.