Il 5 novembre scorso, un’operazione della Polizia di Stato ha portato all’arresto di un giovane di 19 anni a Reggio Calabria, accusato di ricettazione, detenzione e porto illegale di armi.

L'indagato, armato di fucile a canne mozze, era andato in cerca di un uomo, la vittima designata, presso il suo luogo di lavoro, con l'intento di sparargli per via di uno sgarbo subito nei giorni precedenti.

Il fermo, reso noto solamente nella mattinata del 13 novembre, è stato eseguito dalla Sezione Omicidi della Squadra Mobile che ha contestualmente proceduto anche all'arresto di un altro soggetto, un uomo di 49 anni, che avrebbe fornito l'arma.

Il piano del 19enne armato di fucile non è stato comunque portato a compimento: l’intervento della Squadra Mobile ha infatti impedito che la vendetta venisse finalizzata. L'indagato si aggirava indisturbato per strada armato ed è stato anche ripreso da alcune videocamere di sorveglianza.

Perquisizioni e sequestro del fucile

Nel corso delle indagini che ne sono seguite, gli investigatori calabresi hanno individuato un altro sospetto, un uomo di 49 anni, accusato di essere il fornitore del giovane arrestato.

A seguito di un’accurata perquisizione nell’abitazione dell’uomo, gli agenti della Polizia di Stato hanno rinvenuto un arsenale. Sono così state recuperate due pistole detenute illegalmente, una calibro 9×21 e una calibro 22, oltre a diverse munizioni.

Il 49enne è stato arrestato per possesso di armi con matricola alterata e per detenzione illegale di munizioni. Anche in questo caso, la Procura ha ritenuto necessaria la custodia cautelare in carcere.

Indagini in corso dopo il sequestro delle armi

Al momento, entrambi gli indagati risultano sottoposti a custodia cautelare in carcere dietro convalida del gip, in attesa di ulteriori sviluppi investigativi. Il procedimento a loro carico è ancora nelle fasi preliminari e le accuse devono essere ancora confermate.

Gli inquirenti, dunque, continuano a seguire nuove piste, cercando di fare luce su eventuali legami con altri individui coinvolti nel traffico di armi e nella criminalità organizzata locale.

La collaborazione tra la Polizia di Stato e la Procura di Reggio Calabria resta cruciale per fare piena chiarezza sull’episodio e prevenire possibili altri episodi di violenza.