Nella giornata del 12 novembre un'operazione dei militari del Comando Provinciale di Reggio Calabria ha portato al sequestro di circa 400 mila euro in contante, nascosti all'interno di un'autovettura. L'operazione è avvenuta nei pressi del raccordo autostradale di Rosarno. Grazie all’intervento della Guardia di Finanza e del “cash dog”, il denaro è stato rinvenuto in un doppiofondo ricavato nel veicolo. Il conducente, un uomo di nazionalità albanese con precedenti penali, è stato denunciato alla Procura di Palmi.

Il sequestro di denaro

L'operazione della Guardia di Finanza a Rosarno ha avuto luogo durante un’attività di controllo economico del territorio, che ha visto l’impiego di unità specializzate per il monitoraggio dei flussi finanziari sospetti.

I finanzieri del Gruppo di Gioia Tauro, coordinati dalla Procura della Repubblica di Palmi, stavano eseguendo un normale controllo su veicoli in transito quando hanno fermato l’auto condotta da un cittadino albanese, noto per i suoi precedenti legati al traffico di stupefacenti. Il conducente ha attirato l'attenzione degli agenti, che hanno deciso di approfondire il controllo.

L’intervento dell’unità cinofila 'cash dog'

Uno degli elementi chiave che ha permesso il successo dell'operazione è stato l’utilizzo dell’unità cinofila "cash dog", un cane addestrato a fiutare il denaro nascosto.

Durante il controllo, l'animale ha segnalato una manomissione nella moquette del tettuccio dell’auto, dove erano stati nascosti quasi 40 mila euro.

Successivamente, il cane ha individuato un doppio fondo sotto il sedile del conducente, dove sono stati trovati ulteriori 350 mila euro. L’abilità degli agenti e del cane, ha quindi permesso di portare a termine l'operazione con successo.

Nei metti giorni scorsi denaro sequestrato a un imprenditore calabrese

Intanto lo scorso 9 novembre, gli uomini della Guardia di Finanza hanno eseguito un provvedimento di sequestro patrimoniale nei confronti di un imprenditore calabrese di 66 anni, residente nel territorio comunale di Rimini.

Il provvedimento ha riguardato quattro proprietà immobiliari e venti appezzamenti di terreno, situati nelle province di Rimini e di Pesaro-Urbino, con un valore complessivo che supera i 7,5 milioni di euro.

Il sequestro è stato ordinato dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Bologna, su richiesta del sostituto procuratore di Rimini, Davide Ercolani.

Dopo aver esaminato i dati raccolti, il giudice ha valutato che il patrimonio dell’imprenditore calabrese fosse eccessivo rispetto ai redditi dichiarati, configurando così un "pericolo sociale" e suggerendo legami con attività illecite.