Sassari, 'La Medusa Murtola', la storia
Conosciuta anche come rotella 'Murtola' avrà il primato di essere il primo Caravaggio a esser esposto in Sardegna, nella città di Sassari, insieme ad altri 29 quadri di artisti ispirati dal noto artista sul finire del Cinquecento. Per molti anni considerata solo una copia della più celebre testa di Medusa esposta nella Galleria degli Uffizi in Firenze, l'opera ha negli ultimi anni trovato il giusto riconoscimento e attribuzione. La Medusa Murtola, chiamata così dal madrigale dedicato al dipinto da Gaspare Murtola nel 1606, rappresenta lo stesso soggetto della più nota opera 'La testa di Medusa' conservata in Firenze, ma con qualche differenza nella grandezza della rotella e per questo motivo di principio considerata non autenticata. La polemica era stata avvalorata anche dalle autorevoli tesi del Longhi, il quale sosteneva che il Caravaggio non avesse prodotto opere identiche; rifiutata nettamente da altri studiosi che sostenevano il contrario. Sono stati gli esami riflettrografici a dare una svolta definitiva alla contesa: l'opera è autentica, di mano di Michelangelo Merisi detto Il Caravaggio. Il quadro misura 150cm x 48cm, è un olio su tela, montato su uno scudo da parata convesso di legno di fico - quasi fosse uno specchio - all'interno del quale è presente la testa decapitata di Medusa con i suoi capelli di serpi; la bocca è spalancata nell'urlo, e il suo volto è cristallizzato in un eterna maschera classica. Il dipinto, facente parte di una collezione privata e appartenuto a Ermanno Zoffili, di seguito ad alcuni studi sulla realizzazione dell'opera, ha evidenziato la presenza di numerosi pentimenti, correzioni in occhi, serpenti, denti, rivisitazioni nel disegno preparatorio a carbone della scena, in modo particolare la firma dell'artista impressa nel sangue che sgorga dalla testa di Medusa. Unico dipinto di Caravaggio a essere stato firmato, come hanno più volte sostenuto alcuni studiosi come Mahon, Gregori e Marini, e 'copia' importante per conoscere meglio il genio di Merisi pre la presenza di 'cancellazioni' nel disegno preparatorio, assenti nella 'copia' presente nei più famosi Uffizi.