Il film, uscito negli Stati Uniti nel dicembre del 2014 (col nome di "Dying of the light"), giunge solo in questi giorni nelle sale italiane. Nel ruolo del protagonista principale c'è Nicolas Cage che interpreta Evan Lake, eroe della C.I.A. Reduce dalla convincente performance in "Joe", Cage sfoggia un'altra buona interpretazione.
La storia
Si parte con un flashback.
Ventidue anni prima dei tempi attuali Evan Lake fu torturato da uno spietato terrorista di origini kenyote, tale Muhammad Banir (Alexander Karim) allo scopo di estorcere informazioni su possibili traditori. Scampato per miracolo alla morte in quella occasione l'eroe ha riportato dei danni irreversibili, è infatti affetto da demenza fronto-temporale, una malattia che consuma lentamente il cervello riducendone progressivamente la massa. Ancora deciso a rintracciare Banir per vendicarsi di quanto subìto, trova ostacoli da parte dei suoi superiori che credono il terrorista ormai morto e che sono troppo legati solo a interessi politici in una C.I.A.
ormai decaduta e priva di valori. Ufficialmente licenziato dall'Agenzia, Evan Lake decide di indagare per conto proprio sulla faccenda rimasta in sospeso per oltre 20 anni e si avvale dell'aiuto di un giovane collega fidato, Milton Schultz (Anton Yelchin). Evan scopre che Banir, sotto falso nome, è ancora vivo e che è affetto dalla talassemia, una brutta malattia ereditaria del sangue che comporta anemia. Il terrorista ha bisogno di cure costose e per questo è in contatto riservato con un medico rumeno, Iulian Cornel, specialista nelle cure sperimentali contro la talassemia. Evan, con l'aiuto del giovane collega della C.I.A. e con quello prezioso di una vecchia fiamma, Michelle (Irène Jacob) riesce ad assumere l'identità fasulla del dr.
Cornel per presentarsi a tu per tu dinanzi all'odiato terrorista.
Faccia a Faccia
Evan riesce finalmente a trovarsi faccia a faccia con l'uomo che lo ha torturato svariati anni prima. Entrambi sono gravemente malati, uno ha il morbo nel sangue, l'altro lo ha nel cervello. L'ex agente della C.I.A. ha la possibilità di eliminare Banir ma finisce per avere solo un confronto verbale con quest'ultimo e andar via senza toccarlo forse impietosito dalla malattia grave quanto la propria.
L'erba cattiva non muore mai
Ma l'erba cattiva non muore mai, Banir si vendica immediatamente dell'affronto subìto nella propria dimora sguinzagliando i suoi scagnozzi contro Evan.
Durante il conflitto a fuoco che ne segue, in prossimità di una piscina, il giovane Milton viene ferito. Evan si difende dagli aggressori e ritorna dal terrorista con cattive intenzioni. Fino a che punto si può perdonare o, quantomeno, ignorare? Probabilmente esiste un limite, se non altro umano, anche per il perdono.