Dopo un pomeriggio in compagnia di Riccardo Leonelli, un attore dallo splendido sorriso e un umorismo pungente, ho scoperto che è un uomo che non risparmia colpi di scena. Innanzitutto nella veste di attore, dato che in questi giorni possiamo vederlo interpretare un fascinoso Federico Cazzaniga nel "Paradiso delle Signore" di Rai Uno, in secondo luogo in quella di poeta, poiché da qualche tempo ha pubblicato un'intensa ed eclettica raccolta di poesie intitolata "Versi di un provinciale".

I primi passi

Quando hai scoperto questa tua seconda passione per la poesia? 

Beh, il mio interesse abbraccia la scrittura in generale e ce l'ho da tempo immemore. Già da ragazzino leggevo romanzi di un certo "peso". Pensa che una volta mi sono caduti su un piede I fratelli Karamazov e mi sono quasi rotto due dita... Scherzo. Ho iniziato per gioco, sebbene col tempo abbia maturato che la poesia è una cosa talmente seria che si rischia ancora di morire a causa sua. Ho cominciato inventando brevi storie o dando voce a forti contraddizioni che sentivo in me e a cui non sapevo dare spiegazione. Quindi mi sono reso conto che la fantasia offriva grande appagamento al mio bisogno di ridere o di essere amato.

A quel punto ho compreso la potenza di questo strumento e sono felice di averlo scoperto.

La "scuola" di Dante

È vero che dalle tue poesie emerge uno sconfinato amore per Dante? 

Eccome. Dante è il primo punto di riferimento per chiunque voglia far poesia, sia a livello professionale, sia in ambito dilettantistico e giocoso. Non si può prescindere dal suo stile e dai suoi contenuti, che piacciano o no. Poi è naturale che lo stile sia cambiato dal '300 ad oggi (anche se non evoluto) e che le rime, le strutture, l'uso di certe parole siano svaniti. Tuttavia la storia c'insegna a ricordarci sempre dei maestri e qualche volta è bello rispolverare suoni e stili così antichi, usando, sia chiaro, contenuti contemporanei.

Altrimenti fai ridere i polli.

C'è una tua poesia, La fraudolenta, in cui c'è un chiaro parallelismo con l'incipit del Canto di Ulisse nell'Inferno. O mi sbaglio?

Voglio erigerti un monumento a grandezza naturale! Sei l'unica persona ad essersene accorta. Ti stimo, grazie. Sì, quella poesia è un vero e proprio omaggio a Dante, ma non la ritengo solo un esercizio di stile; è ricca di contenuti e messaggi che - se il mio lavoro è stato fatto con Arte - dovrebbero suscitare in qualsiasi lettore attento immagini, sentimenti, riflessioni e paure simili a quelli che Dante poteva suscitare nei suoi contemporanei. Lui ha dalla sua il solo fatto di averla "inventata", la Commedia. Sono molto umile, vero?

Dal provincialismo all'eclettismo

Perché il titolo "Versi di un provinciale"?

Perché vengo da una città di provincia e quindi sono e resterò sempre un provinciale. Come attore potrò vincere l'Oscar, il David di Donatello, la Coppa Volpi, la Coppa del Nonno... resterò sempre un provinciale. E questo si porta dietro un sacco di lati negativi, ma anche molti lati positivi, tra cui la mia ribellione a un mondo asettico, conformista, attento maniacalmente all'abito e mai al monaco. Io poi faccio l'attore, capirai...

Tu passi dall'endecasillabo in rima a quello sciolto, usi il verso libero, crei testi apocalittici inframezzati a poesie davvero spassose come la satirica "Teatro sperimentale", pubblicata recentemente sulla tua pagina Facebook. Non pensi di disorientare i lettori?

Sì.

In effetti c'è questo rischio. La critica, se ne avessi una, direbbe che è una raccolta disomogenea. Ma quello che a me preme è emozionare con lo stile e coi contenuti, far entrare la gente nel "mio" mondo e far sì che, leggendo, quei versi divengano il "suo" mondo. E se riesco a ottenere questo sono soddisfatto. D'altronde non si può avere la perfezione da una prima raccolta. Aspetta la seconda e vedrai...

Dove si possono acquistare i "Versi di un provinciale"?

Sulla mia pagina di ilmiolibro.kataweb.it.

Ti rivedremo presto nel Paradiso delle signore?

Lunedì 18 gennaio.

Grazie!

Prego!