Uscirà il prossimo 20 aprile nelle sale italiane, preceduto da un'anteprima nel giorno di pasquetta, Baby Boss, il nuovo film d'animazione della DreamWorks che vede come protagonista il mondo dell'infanzia e la sua enorme capacità immaginifica e di creare mondi di totale fantasia, e proprio per questo affascinanti e stimolanti.
Il film è diretto da un'assoluta garanzia del genere, quel Tim McGrath già autore di cartoni divenuti già cult come i primi tre capitoli della saga di Madagascar e il più che positivo Megamind, e può contare sulle voci di star di Hollywood come Steve Buscemi, Alec Baldwin, Lisa Kudrow e Jimmy Kimmer. Nonostante queste buone premesse, tuttavia, Baby Boss è un film da considerarsi riuscito solo in parte in quanto se un lato diverte e sfrutta al meglio la mente fantasiosa dei bambini, dall'altra presenta una storia, a tratti, ripetitiva e priva di quel mordente per infondere un ritmo frizzante e scorrevole.
La trama
Tim è un bambino felice con due genitori che, in quanto figlio unico, riservano tutte le loro attenzioni solo su di lui e lo trattano con tanto amore e affetto. Questa condizione da sogno finisce nel giorno in cui sbarca a casa sua, a bordo di un taxi, un bambino dagli atteggiamenti così strani al punto da sembrare una persona adulta imprigionata nel corpo di un neonato. Il bambino in questione, infatti, è Baby Boss, una spia inviata da una fabbrica di bambini per combattere e vincere la guerra contro i cuccioli di cane che stanno rubando tutto l'amore riservati ai bambini. I due, dopo un'iniziale rivalità, uniranno le forze e capiranno anche il valore della fratellanza.
Quando una confezione accattivante non basta
Baby Boss, fin dalle sue prime battute, mette in chiaro il suo intento di essere un film rivolto quasi esclusivamente ad un pubblico di bambini molto piccoli, o comunque di ragazzini in fase pre adolescenziale, e lo conferma il fatto che la storia punta molto più sull'intrattenimento puro che sui significativi e insegnamenti morali che essa contiene. McGrath dimostra di trovarsi molto a suo agio con la costruzione di sequenze divertenti che strappano la facile risata del pubblico, come ad esempio alcuni rocamboleschi inseguimenti oppure le sequenze in cui la fantasia di Tim partorisce coloratissime battaglie spaziali o a bordo di navi da pirata sospese in aria.
Tutto ciò accompagnato da un comparto visivo di grande livello che cura al massimo ogni singola immagine ed effetto speciale per colpire gli occhi di chi guarda.
Oltre a questa bella veste, tuttavia, il film propone ben poco e alla lunga diventa ripetitivo, dal ritmo lento e questo è dovuto al fatto che il plot manca di quello spunto necessario per renderlo avvincente e finanche il cattivo di turno è del tutto carente di quel carisma che lo avrebbe reso antipatico o che comunque avrebbe fatto simpatizzare lo spettatore per la parte del bene.
Insomma, Baby Boss è consigliato per chi ha figli o nipoti piccoli, mentre per tutti gli altri l'avviso è quello di non aspettarsi un film pieno di contenuti in stile Pixar, per intenderci.