Ennesima prova letteraria per lo scrittore napoletano, di stanza lavorativa a Milano, Vincenzo Gambardella, che dopo il suo ultimo “Splendore dei randagi (Ad Est dell’Equatore)” ritorna per i tipi delle Iemme edizioni nella collana Pantone con “Scricchiolii (pagg. 176, euro 9.90)”, 14 Racconti che pur nelle tematiche completamente diverse sembrano rappresentare un romanzo comune per sospensione temporale e viaggio nel tempo.

In “Libreria Zadig” un sogno premonitore fa ricomparire nel protagonista la corporeità del fratello Saverio che rappresenta l’emergere di un passato mai pienamente trascorso che lo accompagna, complice la vendita di una pila di libri usati, fino all’epilogo tragico che lo porta in un paesaggio spianato. In “15 Cagliari 130 settimane” il protagonista che ha un figlio “venuto male” rifugia il suo dolore dentro la grammatica dei numeri ma né lui, né la moglie, riescono a parlare il linguaggio della morte ed il figlio intatto fa ritorno a casa. In “Schegge per Domenico” ritorna una delle tematiche proprie di Gambardella e che costituivano l’essenza di “Splendore dei randagi” ambientato anch’esso nella Napoli Est: “Dalle increspature del mio letto vedo Napoli.

Le pieghe straripano, si dispongono ad angolo e ridisegnano la periferia orientale”. Un fotografo è incaricato di un reportage fotografico della Città Est-rema e, approfittando di un vecchio appartamento dell’amico Giovanni, ritrova nel sogno e nella realtà la collana di perle della madre di lui ed anche l’amicizia del decenne Tommy. Il risultato sono dodici cartelle di scrittura – invece delle foto promesse – ed il monito di Tommy-Napoli: “Passalo questo limite o restane fuori per sempre”.

Bello il racconto “Grembo” che narra dei pensieri umani di un feto in cerca della luce “con le mie mani che spingono fuori in basso e spingono da dentro, l’anima mia che tira calci e prova ad uscire”. Dopo “Sopra una corda” storia di cinque parole a disegnare una padre scomparso ed agognato e “Cherùbo” sogno di una fuga dal passato e di una colluttazione angelico-biblica a dichiarare una vita che è passaggio, c’è lo splendido racconto “Quadro+lettera” – dedicato a Luca Doninelli – che è la storia di un pittore in preda ad un disturbo della visione che è costretto a sospendere la sua arte e questo vuoto è penuria di parole.

Allora la ricerca dei verbi giusti fa ricordare di Rosario, il bambino portatore di handicap, che il pittore in una precedente vita ha sostenuto come docente. Il cuore di Rosario lo abbandonava ma l’artista lo sentiva in un “messaggio forma irrevocabile della sua presenza”. Penultimo racconto “Un decimo di secondo” con il tentativo di risentire la forma del padre in una pellicola spezzata. Dulcis in fundo “Scricchiolii” che dà il titolo alla raccolta: storia di un pomeriggio infantile di immaginazioni paurose di due bambini in attesa della notizia adulta di avere un fratellino.