Santino Cardamone, classe '86, si definisce un tipo molto "acqua e sapone", data la sua semplicità e il suo essere genuino, proprio come le sue radici. Nato e cresciuto a Crotone, inizia a conoscere la musica innamorandosi della chitarra, uno strumento che lo accompagnerà per tutta la vita. Comincia a prendere lezioni da grandi maestri come Pietro Aldieri e Vincenzo Colosimo.

A 19 anni lascia la sua amata Calabria per frequentare il Dams di Bologna.

Dopo l'uscita del suo album d'esordio, "Terra, amore e libertà", e del singolo precedente "Amsterdam", torna con la sua forma espressiva interpretativa e particolare. La sua impronta è una sofisticata rabbia che emerge nei brani ricchi di voglia di riscatto della gente del sud e dei loro amori, di ingiustizie, di potere e di sacrifici.

Circa cinque anni dopo, l'artista pubblica "Uomini ribelli", un album che conferma la sua crescita musicale. Questo progetto è stato anticipato da "La canzone del mulo", un brano dalle sonorità morbide e d'impatto, che racconta di illusioni del mondo prigioniero dei social network che guarda avanti, sperando in un futuro migliore.

Recentemente, Santino ha pubblicato il suo ultimo disco, intitolato "Mondocervello", che rappresenta una ventata di novità, dunque non il solito pop e la solita musica cantautorale. Un progetto che definisce in maniera chiara la maturità totale raggiunta dal cantante. A quanto pare Santino lo sa bene, vista la sua esperienza in un talent show e ad alcuni eventi live tenuti in diverse città d'Italia. Insomma, il percorso del cantautore ci è apparso alquanto interessante, ed è per questo che abbiamo colto l'occasione per intervistarlo.

L'intervista

Ciao Santino, ricordavamo che avevi partecipato ad X-Factor nel 2015, e ci ha colpito molto la tua sana dose d'ironia e la tua anima da cantastorie che facevi trasparire dalle tue canzoni. Si può dire che è la tua arma segreta per catturare il pubblico ascoltatore?

Diciamo che come cantautore sono nato artisticamente a Bologna, avendo lasciato la Calabria per motivi universitari.

Infatti sono nato prima come chitarrista, poi ho sentito questa forte esigenza di scrivere, e così è partita questa mia vocazione per il cantautorato che faccio tutt'oggi.

Ascoltando i tuoi pezzi su YouTube, ci hai fatto venire in mente grandi cantautori come Fabrizio De André e soprattutto Rino Gaetano che, tra l'altro, era calabrese proprio come te. C'è una caratteristica che ti lega particolarmente a questo artista, oltre alle origini?

A dire la verità, sono in pochi che mi accostano a Rino Gaetano, e sono tanti quelli che mi accomunano a De André. Però non nascondo che per me è un complimento, ma è un complimento ancora più grande quando mi dicono che ho raggiunto una certa originalità nella musica.

È evidente che oggi come oggi, tutti gli artisti si ispirano a qualcuno. Infatti, anche Rino Gaetano e De André si ispiravano a qualcuno nato prima di loro. Nati in quest'epoca digitale, è meglio prendere ispirazione da questi artisti, piuttosto che da quelli usciti di recente che non hanno nulla da dire.

Cosa ne pensi dei talent show? Potrebbe essere un'ottima scelta per un giovane artista, oppure meglio la classica gavetta fatta con tanto sudore e soddisfazione?

Penso che chi va al talent convinto che possa sfondare del tutto non ci riesce perché, in realtà, il programma è come una "camicia che viene esposta in via Indipendenza a Bologna". Quindi funziona come una sorta di vetrina che offre al musicista la possibilità di farsi conoscere in tutta l'Italia.

Comunque, è chiaro che lì si ha la gloria una volta che sono accese le telecamere, perché una volta spente, se non ti dai da fare come ho fatto io, e come spero di fare io, ti ritrovi nel vuoto. Se ci sforziamo di ricordare qualche artista che ha partecipato ai talent non ce ne ricordiamo nemmeno uno. Comunque ho la fortuna di avere qualcosa da dire e da fare con la gente che mi segue, e questo per me è tutto. I talent sono solo una vetrina da sfruttare al momento.

Ti definisci un Batman-folk, nel senso che, oltre al cantautore, fai anche il professore. Perché hai scelto questa "doppia vita?"

Batman-folk è stata una parola che ho detto spontaneamente nel programma per dire che di giorno faccio il professore, e di notte faccio il cantautore ed è vero, non è una cosa che ho detto così, tanto per far ridere.

Comunque ho avuto la fortuna di rinunciare a otto ore di lavoro, perché la cattedra di docente normalmente ne ha diciotto. Io ne faccio solo dieci dal lunedì al mercoledì, e poi il fine settimana è tutto libero per concerti, eventi ed altro…

Inoltre sappiamo che hai pubblicato di recente l'album "Mondocervello". Potresti raccontarci di cosa si tratta?

"Mondocervello", come dice il titolo, rappresenta tutto ciò che avevo nella testa, che è anche il mio mondo che ho raccontato in questo disco folk con un animo molto semplice. Infatti in questo progetto non è presente alcun tipo di arrangiamento che segue la moda di oggi. Poi non so se è una cosa fatta molto bene, perché purtroppo oggi come oggi, se non segui qualche tendenza attuale come il fenomeno indie mischiato all'elettronica fatto con tutti questi sintetizzatori, non so quanto riesci a spopolare.

Alla fine sono contento di come è riuscito questo lavoro, perché sta andando piuttosto benino e non dico benone perché è un parolone. Tutto sommato siamo positivi, ed è un lavoro che sta andando bene grazie al mio impegno ed "appoggio". Infatti, molto spesso le persone pensano che c'è un grande mondo dietro a tutto questo, ma in realtà non c’è nulla. Insomma, si pensa che il cantautorato sia un lavoro vero e proprio quando, in realtà, non è proprio così.

Facendo riferimento al tuo album, c'è un singolo molto bello che si chiama "Irene". Per quale motivo questo titolo? È dedicato a qualcuno in particolare?

Non è dedicata a nessuno. Ho visto semplicemente un film che raccontava di una storia di una ragazza anoressica che, tra l'altro, non si chiamava nemmeno Irene.

Questo nome l'ho scelto solo perché suonava bene, e solitamente quando si scrive un brano nascono delle parole che non ti togli più dalla testa.

Per quanto riguarda i tuoi progetti futuri, hai qualche disco, album o date di tour che vuoi anticipare ai tuoi fan?

Sì, in questo periodo ci sono tante date: l'8 giugno sarò ad Ancona, il 9 a Modena, il 23 giugno a Padova e poi non mi ricordo. Quindi mi raccomando, seguitemi su Facebook, Instagram e tutti questi social così moderni per aggiornarvi sui prossimi live e per supportarmi, che è una cosa fondamentale!