Sarà successo probabilmente a buona parte degli abitanti del pianeta Terra, in qualche anfratto della propria esistenza, di pensare alla propria vita come a qualcosa di limitato. È quella sensazione che si prova in certi tramonti di fine domenica con il lunedì che già bussa, a portare a considerazioni del genere. Poi si supera, è ovvio. Tuttavia, un po’ di quel sapore di essenza scialba rimane lì, accoccolata fra le pieghe del non risolto. Tra i sogni messi a fuoco con poca convinzione. Tra le speranze che trovano posto solo tra gli eventi impossibili.
E se hanno una minima possibilità che accadano, sicuramente riguarderanno qualcun altro. Là, fuori dalla propria vita. Eppure, a volte, basterebbe che qualcuno lanciasse un’incitazione per trasformare un quadro ordinario e dozzinale – la vita – in un’opera d’arte superba – la Vita –.
Il cambiamento
È raro che succeda, ma non impossibile. Perlomeno, nel bel libro di Paola Barbato, “Io so chi sei” (Piemme, pag. 515) che sarà pubblicato il 5 giugno 2018, qualcuno che inciti la protagonista a cambiare esiste. Vale la pena segnalare che il personaggio principale, Lena, non era povera di qualità caratteriali. Tutt’altro, al suo arco poteva incoccare frecce lucenti e quotate: essa era luminosa, determinata, valente, curata, dabbene.
Ma le mancava qualcosa se, dopo aver conosciuto Saverio, le capitò di sentire la sua esistenza finalmente arricchita di frizzanti bollicine. Lui era veramente un ragazzo speciale. Non aveva pregiudizi, né amava il conformismo. Qualsiasi regola venisse in contatto con la sua persona perdeva di credibilità. Quel ragazzo era l’avventura.
Era la bottiglia di aranciata appena aperta sotto il sole di luglio. Poi e con immensa tristezza della protagonista, Saverio, scompare nel fiume Arno.
Storia di un cellulare
Il cellulare ha mutato la comunicazione: per il primo modello – pesava kg 1,1 – occorrevano ben dieci ore per caricarsi. Poi, per un massimo di trenta minuti, si poteva contattare qualcuno… che avesse un cellulare di kg 1, 1 e che ci metteva dieci ore per caricarsi!
Invece, quello che Lena rintraccia nella buca della posta è modernissimo. E ha pronti da far leggere due messaggi: “Sai chi sono?”, “Io so chi sei”. La ragazza pensa che si tratti di un errore. Sicuramente, è portata a credere, qualcuno ha architettato uno scherzo. Ma ha sbagliato buca postale e ragazza. E invece, per sua sfortuna, chi le ha inviato quell’oggetto ha mirato con precisione: è lei il target delle sue attenzioni. Lena se ne accorge perché i temi trattati li conosceva solo Saverio. Saverio che era stato dichiarato morto. Saverio che le aveva stravolto – anche e soprattutto in negativo – la vita. Saverio che le ordina – quindi è vivo – di compiere atti crudeli. Lei ubbidisce perché spera che il ragazzo rientri nella sua esistenza.