Il 3 novembre 1924 nasceva Alberto Manzi, insegnante, pedagogista e conduttore della trasmissione tv a carattere didattico Non è mai troppo tardi. Oggi ricorrono quindi esattamente 100 anni dalla sua nascita.
Le ragioni di un successo
Il Ministero della Pubblica Istruzione con la collaborazione della RAI aveva deciso di mandare in onda un programma di alfabetizzazione, ma ancora non aveva trovato un conduttore idoneo.
Manzi, inizialmente recalcitrante a candidarsi, convinse tutti con un provino in cui scartò la traccia propostagli e improvvisò quel format che poi ebbe enorme successo per diversi anni.
Nel novembre del 1960 partì in televisione la prima puntata di Non è mai troppo tardi e che andava in onda tre volte a settimana, al pomeriggio verso le ore 18.
La trasmissione, pensata per insegnare a leggere, scrivere e contare, grazie alle lezioni di Manzi riuscì ad alfabetizzare milioni di italiani, anche di età avanzata, che sostennero poi gli esami di terza elementare. Insegnante anche nella vita (era maestro elementare), reduce da una serie di esperienze didattiche anche in contesti difficili come il carcere, Alberto Manzi era soprattutto un grande comunicatore, con notevole carisma ed empatia.
Convinto sostenitore del pensare fuori dagli schemi, in grado di semplificare e di arrivare al cuore delle situazioni, la sua capacità di coinvolgere il pubblico fu una delle principali ragioni di successo della trasmissione. Proponeva un disegno, una domanda, un problema e incatenava l'attenzione sino alla fine. Il suo pubblico era fatto di adulti, ma anche di bambini e ragazzi: andavano a scuola solo al mattino ed al pomeriggio guardavano la TV. Manzi sapeva proporre formula adatte a tutte le età: molti bambini di allora, i cosiddetti baby-boomers, crebbero infatti con la TV in bianco e nero e le sue lezioni di lettura.
La TV e non solo
Negli anni Cinquanta e Sessanta la percentuale di analfabeti in Italia era elevata, quasi al 13%.
Alberto Manzi divenne il simbolo dello sviluppo e del riscatto sociale ed economico. Ma il suo impegno fu diretto anche verso altre popolazioni. Infatti, ogni estate si recava in Sud America, ove svolgeva attività sociali e di alfabetizzazione per le popolazioni indigene. A partire dagli anni Novanta, fu tra i primi in Italia a porsi il problema dei nuovi cittadini, immigrati da vari Paesi del mondo. Insieme fu il titolo della sua trasmissione tenuta per loro in 60 puntate.
Alberto Manzi è ancor meno noto per le sue attività di scrittura: testi scolastici e diari, ma altresì divulgazione scientifica, favole, romanzi e racconti. Proprio da un suo romanzo per ragazzi, edito nel 1955, la RAI ha ricavato la serie televisiva Orzowei, andata in onda oltre vent'anni dopo. Manzi è poi morto nel dicembre 1997, all' età di 73 anni.