Non è bastata la giornata di ieri 23 giugno per arrivare ad una sentenza sulla questione blocco stipendi per i lavoratori statali. La sospensione della seduta ed il suo aggiornamento ad oggi 24 giugno, era nell'aria vista l'imponenza della questione. Il blocco degli stipendi per i lavoratori statali, messo in atto dal binomio Monti-Fornero, in soldoni vale circa 35 miliardi.

È la stima fatta dall'Avvocatura di Stato (forse al rialzo) per persuadere la Corte Costituzionale a valutarne le conseguenze per i conti pubblici. Ieri gli occhi di oltre 3 milioni di lavoratori statali interessati dal blocco, erano puntati sulla Consulta che però non ha emesso il verdetto. Tutto rimandato ad oggi, e quindi nelle prossime ore sarà finalmente emessa la sentenza.

Previsioni e fughe di notizie

Obbiettivamente, sentendo anche gli avvocati presenti in aula, si dovrebbe andare verso la bocciatura del ricorso, almeno parziale e quindi niente rimborsi ed arretrati per gli statali, ma solo lo sblocco per i contratti futuri.

Ieri c'era una certa apprensione per la sentenza da parte dei Giudici Costituzionalisti. Ci si aspettava che il ricorso di incostituzionalità verso la Legge Fornero relativamente al blocco statali fosse accolto almeno in parte. Gli avvocati della difesa, quelli che dovevano difendere l'operato del Governo di allora ed anche per salvaguardare i conti di quello attuale, hanno fatto presente alla Consulta che se fosse stato accolto il ricorso, una decisione saggia sarebbe stata quella di non rendere il provvedimento retroattivo come per le pensioni. In pratica hanno chiesto che se male doveva essere, che almeno fosse stato il male minore. A dire il vero in passato la Corte Costituzionale ha emesso sentenze diverse.

Infatti se per il rimborso ai pensionati di qualche mese fa, i giudici avevano optato per la retroattività della sentenza, prima ancora per la Robin Tax sulle compagnie petrolifere aveva deciso di non applicare la sentenza a ritroso.

Orientamento della Corte Costituzionale

Sentite le motivazioni dei legali dello Stato, collegate al fatto che, secondo loro, anche la Corte Costituzionale aveva l'obbligo di seguire il riformato articolo 81 della Costituzione (quello che tratta di pareggio di bilancio), la sentenza dovrebbe pendere verso lo sblocco dei contratti ma solo per il futuro. Il Governo non sarà quindi costretto a subire il salasso dei rimborsi, ma lo sblocco dei contratti è pur sempre un duro colpo, nell'ordine si tratterebbe di circa 7 miliardi di esborsi.

È pur vero che una sentenza del genere lascerebbe il Governo nella condizione di andare a trattare gli aumenti futuri per gli statali con le associazioni di categoria.

Sarebbero soldi da mettere a bilancio in futuro e non subito, quindi, puro ossigeno per le esigue casse statali. Situazione questa però, che metterebbe comunque a rischio il rispetto degli obiettivi di finanza pubblica che l'Italia ha promesso a Bruxelles per il prossimo anno. Infatti dopo la stangata sul caso pensioni, il Governo non ha margini di manovra visto il deficit al 2,8% e visto che il tetto da non sforare sarebbe del 3%. Pare che una sentenza così come si prevede, consentirà allo Stato di restare sotto tale soglia almeno fino all'anno prossimo ed almeno questa dovrebbe essere una buona notizia.