Tra gli emendamenti in approvazione oggi 23 giugno nel Consiglio dei Ministri non ci sarà più la cosiddetta riforma del catasto. Infatti oggi nel Consiglio dei Ministri si doveva approvare insieme ad altri decreti legislativi, anche quello che prevedeva la riforma del catasto che doveva cambiare le rendite catastali degli immobili e le loro modalità di calcolo. A pochi giorni dalla prevista approvazione della legge delega sulla riforma del fisco quindi, salta uno dei principali decreti che la compongono.

Cosa prevedeva il testo in approvazione

La riforma del catasto avrebbe cambiato il metodo di classificazione degli immobili.

Se fino ad oggi le rendite erano calcolate in base ai vani, con la riforma si sarebbe inserito anche il criterio dei metri quadri di superficie. Inoltre la classificazione delle case sarebbe cambiata anche in base alla collocazione geografica delle stesse. Una riforma di per se giusta essendo ormai il catasto di oggi obsoleto con case considerate popolari ed economiche che in effetti oggi non lo sono più, soprattutto nei centri storici delle città.

Perché è stata rinviata l'approvazione del decreto legislativo

Il Governo ha capito che con le nuove disposizioni che si andavano ad approvare lo scotto per il cittadino sarebbe stato eccessivo. Per la verità, più che il buon senso del Governo, bisogna ringraziare le prime simulazioni fatte dall'Agenzia delle Entrate.

Da questi primi calcoli è venuto fuori che le rendite catastali sarebbero aumentate per la maggior parte degli immobili ed in alcuni casi sarebbero arrivate a cifre elevatissime. Per esempio, nelle grosse città come Roma, Napoli e Milano le rendite per le case in centro sarebbero aumentate anche di sei volte, una vera assurdità. Le probabili ripercussioni di questi aumenti di rendite sul mercato immobiliare già in crisi sarebbero state tremende.

Perché i cittadini avrebbero subito un salasso

Le rendite catastali sono il valore degli immobili su cui il cittadino paga le tasse. Ci riferiamo ad IMU e TASI, ma anche ad IRPEF e così via. Bisogna immaginare gli aumenti in proporzione all'aumento della rendita.

Infatti una casa a Napoli, che oggi per esempio vale 100 euro di rendita catastale, per l'IMU ha pagato 127 euro calcolando l'aliquota minima. Con le rendite che si sarebbero avute in seguito all'approvazione del decreto e con la stessa aliquota, si passerebbe a 766 euro.

Cosa succederà adesso

La riforma non è stata cancellata, ma solo rinviata. Sono allo studio variazioni che dovrebbero essere meno drammatiche per il contribuente e per il mercato immobiliare. A dire il vero la riforma che si doveva approvare sarebbe stata effettiva dal 2019. Il Governo ha già previsto che le nuove rendite dovrebbero essere valutate dall'Agenzia delle Entrate tramite stime dirette e relative a valore di mercato e valore patrimoniale diverso da zone a zone.

Si cercherà anche di rendere partecipi i comuni e se serve anche studi tecnici locali che meglio conoscono le realtà del territorio. Bisogna evitare che anche la riforma del catasto crei grattacapi a Governo e cittadini e che alla fine crei ricorsi al Giudice Tributario da parte di cittadini che contestano le nuove rendite.