Per ora siamo salvi, anche se c’è ben poco da stare allegri. Fitch, l’agenzia di rating che classifica affidabilità creditizia e solidità dei conti pubblici, ha mantenuto il giudizio dell’Italia a BBB, lasciandolo invariato. Il cosiddetto ‘outlook’, il dato che rappresenta la prospettiva di crescita futura, resta comunque negativo. L’Italia ancora una volta si conferma un Paese collocato due gradini sopra al livello ‘junk’, la categoria nel quale vengono relegati gli Stati considerati debitori poco affidabili.

Non è un gran successo, perciò, e su questo giudizio lapidario hanno pesato il debito pubblico italiano e la mancanza di riforme in grado di correggere il deficit. Ma Fitch ha evidenziato anche qualche fattore positivo. Ad esempio l’economia diversificata con indicatori di sviluppo umano superiori ai Paesi con rating simile al nostro, un sistema pensionistico sostenibile, la durata media di 6,7 anni dei titoli del debito pubblico e un basso debito in valuta estera. Inoltre, nel settore privato l’Italia presenta rispetto ad altri Paesi un indebitamento moderato. Non siamo messi benissimo, ma c’è chi sta peggio.

Fitch teme elezioni anticipate

L’agenzia Fitch prevede per il 2019 una crescita del Pil italiano che stazionerà intorno allo 0,3%, contro il +1,2% previsto dal Governo. Per il 2020, invece, la crescita è stimata allo 0,6%. Fitch sottolinea come l’incertezza sul futuro e le forti tensioni nella maggioranza rischino di portare l’Italia verso elezioni anticipate. Le differenze tra Lega e Cinque Stelle sono state evidenti fin dal principio, e l’alleanza di Governo sembra diventare più incerta ogni giorno di più. Per questo motivo non si considera possibile che l’attuale maggioranza duri per tutto il mandato; le stime prevedono che con molta probabilità si andrà ad elezioni anticipate nella seconda metà del 2019.

Palazzo Chigi conferma la solidità dell’Italia

Palazzo Chigi resta comunque ottimista, dichiarando che le valutazioni dell’Agenzia di rating Fitch risentono di una crisi e di un rallentamento transitorio dell’economia che riguarda in generale tutta l’Europa. Ma, nonostante tutto, la stime fatte sottolineano la stabilità economica dell’Italia. Il Governo ha confermato perciò l’intenzione di proseguire lungo la strada già tracciata, continuando quelle manovre che dovranno garantire sviluppo e uguaglianza sociale al nostro Paese.