La serata di venerdì 13 novembre 2015 sarà ricordata per un nuovo orrore che riguarda tutto l'Occidente. Nello stesso anno degli attentati alla redazione del giornale satirico Charlie Hebdo e al supermercato Cacher, Parigi rivive il panico estremo del terrorismo. Il dolore appare questa volta ancora più profondo, perché coglie la capitale di Francia e d'Europa nel suo momento di maggiore di vitalità, quando il venerdì sera inizia il week end e ci si riversa per le strade, nei teatri, negli stadi.
Con sette diversi attentati, colpendo sulla folla inerme bloccata al teatro Bataclan, nei pressi dello Stade de France di Saint Denis e nei pub e nelle strade del centro, l'Isis ha compiuto un'autentica carneficina che alla fine lascia sul terreno oltre 120 morti, circa 180 feriti e una nazione sotto shock. Nel rivendicare l'attentato, l'Isis giustifica la missione punitiva come una vendetta, ricordando che "così come la Francia bombarda i nostri bambini, così noi rispondiamo", aggiungendo che toccherà presto a Roma, Londra e Washington. A questo punto il Giubileo Straordinario in programma nella capitale romana desta molta preoccupazione.
Stato d'emergenza e 1.500 militari in strada
"Ci sparavano di sopra come fossimo uccelli" ha dichiarato un testimone. Solo il blitz delle teste di cuoio francesi al teatro Bataclan ha arrestato il tiro al bersaglio sulla folla, con due terroristi freddati. Allo Stade De France invece, mentre si disputava l'amichevole di calcio Francia-Germania, sono state lanciate delle granate fuori dallo stadio: partita sospesa, pubblico sul campo di gioco per il panico e decine di morti.
Fermata la carneficina, il Presidente Hollande si è recato nei luoghi della tragedia, dichiarando lo stato d'emergenza e chiamando in strada 1.500 militari. Intanto la Francia ha chiuso le sue frontiere per non fare entrare e uscire nessuno dal paese durante le indagini.
Le manifestazioni di piazza sono state vietate fino a nuovo ordine. U2 e Coldplay hanno sospeso i loro concerti.
In Italia le edizioni straordinarie dei telegiornali si sono protratte fino a tarda notte, mentre Facebook lanciava un servizio per mandare ai propri contatti uno "sto bene" nel caso ci si trovasse a Parigi. Gli analisiti concordano sull'estrema incertezza che attende la Francia, l'Europa e il mondo nei giorni futuri. Se con Charlie Hebdo si colpiva la cultura francese e in qualche modo una classe sociale specifica, agiata e bianca, gli attentati dell'orrendo venerdì 13 sono rivolti ai giovani, agli immigrati di seconda generazione, alla gente comune che vuole divertirsi e prendere semplicemente un bicchiere di vino con gli amici. "Ci vorranno anni per dimenticare, l'Italia è vicina alla Francia" il commento del Premier italiano Matteo Renzi.