Sin dal momento del suo insediamento, il governo Renzi è stato chiamato ad affrontare tutta una serie di urgenti questioni che l’esecutivo Letta non ha saputo (o potuto, a voi la scelta) affrontare; in cima alla lista dei nodi da sciogliere trova certamente posto il capitolo costituto dalla riforma delle pensioni 2014, con precoci, esodati e usuranti in attesa di risposte concrete ormai da troppo tempo.

L’intero governo, con Renzi e il neo ministro del Lavoro Poletti in testa, dovrà dunque offrire delle risposte certe dopo anni di meeting caduti nel vuoto e proposte naufragate per via della mancanza di adeguate coperture economiche.



Un altro capitolo che pare al momento accantonato ma che potrebbe essere riproposto, è quello costituito dalle Pensioni d’oro; durante il governo Letta fu abbozzato un tentativo di riforma da parte della deputata Meloni, che si vide però bocciare il proprio ddl dalla Commissione Lavoro. Eppure nel paese vigono ancora delle sproporzioni enormi, voragini che un paese già richiamato dall’UE per la presenza di pensioni minime ‘indecorose e incapaci di assicurare un’esistenza dignitosa’ forse non potrebbe permettersi.





Facciamo allora il punto sul capitolo ‘Riforma pensioni 2014’ sondando la via del ricalcolo delle pensioni d’oro e cercando di capire verso quale direzione potrebbe muoversi il duo Renzi-Poletti per risolvere le vicende di precoci, esodati e usuranti.

Riforma pensioni 2014: precoci, esodati e usuranti, si interverrà sulle pensioni d’oro?

La riforma delle pensioni da doversi portare avanti in questo 2014 costituisce certamente un capitolo a parte rispetto a quello costituito dalle pensioni d’oro, ma una modifica della strutturazione di calcolo dei lauti assegni passando ad un sistema contributivo potrebbe di certo incidere, incrinando le evidenti sperequazioni attualmente in piedi.



I pensionati d’oro, quelli sopra i 90.000 euro l’anno, in Italia sono certamente pochi, più o meno 33.000, ma il valore dei loro assegni sfiora i 3,3 miliardi di euro, con un peso netto sull’intero monte pensionistico italiano (265 miliardi) di circa l’1,2%.



L’entrata in vigore del contributo di solidarietà ha certamente contribuito a porre un argine (5% per la parte compresa fra i 90mila euro ed i 150mila euro, 10% per la parte compresa tra i 150mila euro ed i 200mila euro e 15% per la parte eccedente i 200mila euro), ma l’idea di una riforma della struttura di calcolo passando all’adozione del sistema contributivo potrebbe costituire un ulteriore ed interessante viatico. Come già accennato, il deputato Meloni aveva presentato un ddl al riguardo, ma la Commissione Lavoro lo bloccò; adesso che in seguito al cambio di governo anche le Commissioni verranno modificate potrebbe venire a concretarsi un orientamento diverso e più possibilista, ma molto dipenderà dalla presenza di un’effettiva volontà politica.

Riforma pensioni 2014: precoci, esodati e usuranti, quali le prospettive?

In tema di riforma delle pensioni 2014 per precoci, esodati e usuranti bisogna attendere che il governo faccia le prime mosse. Le scelte sono due, segnare una linea di continuità con il precedente governo Letta (e dunque provare a cavalcare le opzioni di prepensionamento con prestito pensionistico INPS presentata da Giovannini o quella del prestito d’onore paventata dalla Lega) o per converso imprimere una decisione inversione di rotta, magari puntando alla modifica del dispositivo normativo vigente (in primis la Legge Fornero) che tanti scompensi ha creato, generando essa stessa in primo luogo i casi precoci, esodati e usuranti.



Il duo Renzi-Poletti potrebbe optare anche per una riforma dello strumento costituito dalla pensione anticipata, con il nodo rappresentato dall’opzione contributivo donne ancora da sciogliere. A questo punto non resta che attendere per valutare verso che direzione si muoverà il governo in tema di riforma delle pensioni 2014: esodati, precoci ed usuranti attendono una risposta ormai da troppo tempo e sarebbe ora di venirgli concretamente incontro.