Resta sul tavolo del Governo Renzi il dossier sulla pensione anticipata per i lavoratori disagiati: l'esecutivo è ormai in dirittura d'arrivo per la presentazione del patto di stabilità 2015 e le aperture del Ministro Giuliano Poletti dovranno ora riuscire a superare la prova dei fatti. Bisogna però specificare che su tutto l'impianto utile ad offrire il prepensionamento a specifiche categorie di persone rimaste bloccate dalla Riforma Fornero, resta un fitto alone d'incertezza, perché da un lato il recente cambio del calcolo utilizzato dall'Istat per la stima del PIL potrebbe avere offerto delle nuove risorse, ma dall'altro l'economia ha mostrato negli ultimi mesi degli evidenti segni di peggioramento.
Facile quindi che la palla sia ora passata ai tecnici della Ragioneria dello Stato e del Ministero dell'Economia, che dovranno trovare la quadra tra le esigenze di bilancio e quelle di tutela previdenziale dei cittadini.
Pensione anticipata 2014: cosa potrebbe cambiare con la legge di stabilità?
Dunque, se pensione anticipata effettivamente sarà, per prima cosa non bisogna pensare che si tratterà di un provvedimento generalizzato. È lo stesso Ministro del Lavoro in carica a mettere le mani avanti, definendo i possibili limiti dell'intervento, quando sottolinea l'importanza di: "rilevare che il legislatore, per garantire la sostenibilità del sistema pensionistico nel futuro, ha inteso comunque circoscrivere le categorie che possono accedere al pensionamento anticipato prima dei 62 anni senza l'applicazione delle penali".
Nei fatti per il momento gli unici lavoratori disagiati per i quali si sta approvando una copertura sono gli esodati, circa 32000 persone rimaste improvvisamente fuori dal circuito lavorativo e senza possibilità di accedere all'Inps. Per tutti gli altri (precoci, usuranti, Quota 96 e disoccupati in età avanzata) la proposta al momento più fattibile sembra l'inserimento nella legge di stabilità 2015 del pensionamento anticipato a partire dai 62 anni di età e con almeno 35 anni di contribuzione, a patto però di accettare una penalizzazione sulla mensilità erogata proporzionale agli anni di anticipo rispetto ai requisiti formali.
Pensione anticipata con penalizzazione: la proposta del Commissario Inps
Riguardo la penalizzazione della mensilità, l'idea del Ministro Poletti è probabilmente coerente con la via già tracciata in Parlamento dal Presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano.
Secondo quest'ultimo, la flessibilità in uscita potrebbe essere ottenuta con un sistema premiale o penalizzante, a seconda che il pensionamento avvenga prima o dopo i 66 anni attualmente previsti con l'ordinamento vigente. Si potrebbe quindi ipotizzare una penalità o un premio del 2% sulla mensilità erogata, per ogni anno anticipato o posticipato. Ancora differente è la proposta giunta nelle scorse settimane dal Commissario Inps Vittorio Conti, che propone di eliminare totalmente il vincolo anagrafico. In questo modo il lavoratore potrebbe decidere in via soggettiva quando accedere al pensionamento, bilanciando però questa opportunità con il calcolo contributivo. Una soluzione che potrebbe rivelarsi particolarmente utile nel caso dei lavoratori precoci o di chi ha svolto lavori usuranti; persone che hanno già acquisito un montante previdenziale importante, ma che restano bloccati sul lavoro a causa degli attuali vincoli anagrafici.