Continua l'attività del governo sull'esame degli emendamenti presentati alla Legge di Stabilità. L'ultima notizia arriva da 'opzione donna' e da un emendamento presentato da Sel per poterne estendere i benefici a tutto il 31 dicembre 2015. Molto atteso da una platea di lavoratrici che altrimenti dovrebbero aspettare di compiere 66 anni per ottenere la pensione. L'esame della Commissione Bilancio ha però prodotto fumata bianca

Emendamento respinto

La Commissione Bilancio della Camera dei Deputati riunitasi per deliberare sulla proposta di estensione dell' 'opzione donna' a tutto il 2015 ha respinto il relativo emendamento presentato dall' on.

Marisa Nicchi di Sel. L'ipotesi prevedeva di estendere il regime sperimentale per consentire alle donne di usufruire del trattamento di quiescenza al raggiungimento dei 57 anni di età ( 58 per le appartenenti al settore autonomo ), con 35 anni di contribuzione.

La motivazione dell'emendamento.

La circolare dell'Inps nota con il numero 35 relativa al 2012 non consentiva nei fatti l'esercizio di questa opzione fino a tutto il 2015. Questo anche considerando i periodi di incremento autorizzati dalle finestre e l'aumento delle aspettative di vita. L'emendamento 'opzione donna' mirava a consentire alle donne di poter usufruire di questa possibilità fino alla fine del periodo riportato nella legge.

Interventi a sostegno

Durante l'esame dell'emendamento si sono registrati gli interventi a sostegno dell'On. Gnecchi e del Viceministro dell'economia Morando. Hanno chiesto che il governo intervenisse sulla circolare 35 dell'Inps onde scongiurare che le donne dovessero attendere il compimento del 66° anno di età per poter andare in pensione. Nonostante il loro dissenso la Commissione ha ritenuto di dover respingere il documento.

Nodi irrisolti

Oltre all'opzione di cui sopra restano sul tavolo anche altre questioni riguardanti i cosiddetti lavori usuranti. Primo fra tutti quello riguardante l'emendamento presentato dall' On. Giorgio Airaudo di per ridurre l'età necessaria ad andare in pensione ai macchinisti ferroviari.

Ad oggi il limite è di 67 anni. Sul punto non si sono avute risultanze perché la questione non è ancora stata né votata né respinta, dopo aver accertato che necessita un approfondimento della questione.