Non le hanno permesso di intervenire durante un dibattito all'Università di Bologna, in occasione della Festa dell'Unità, contestandoli a sua volta. È questo il resoconto dell'incontro tra il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini e i docenti che al momento sono in lotta contro il ddl Scuola e attendono risposte dal ministero in materia di assunzioni a partire dal primo settembre 2015, e che ancora non arrivano.

Vediamo però nel dettaglio che cosa è successo e che cosa esattamente è stato riportato dalle testate, fatti smentiti dal video che l'Ansa ha pubblicato sull'accaduto.

Giannini chiama i prof 'Squadristi', ma perché?

Difficile o semplice comprendere la reazione del ministro Giannini, che lo scorso venerdì 24 aprile è stata fortemente contestata durante un incontro all'Università di Bologna durante la Festa dell'Unità. Circa cinquanta docenti presenti all'evento, non hanno permesso al ministro di intervenire a causa del rumore prodotto da pentole e posate che battevano ripetutamente generando un forte caos all'interno del locale. In base alle ultime dichiarazioni di Giannini, sarebbero partiti anche insulti, parolacce e minacce, ma visualizzando il sito ufficiale dell'Ansa, non pare che proprio sia andata così: i prof manifestanti o 'contestatori' non hanno permesso al ministro in intervenire, ma non sono nemmeno stati invitati a esporre le proprie ragioni. Si è parlato di rifiuto del dialogo, come riportato anche da vari commentatori che hanno riportato il fatto, cosa non vera, come detta sopra, mentre Giannini li ha definiti 'i cinquanta di Bologna, squadristi, proprio durante un'intervista rilasciata su Repubblica. E non solo. Il ministro ha dichiarato di voler portare avanti la riforma consapevole di avere da una parte 'una maggioranza di docenti abulica' mentre dall'altra parte 'una minoranza aggressiva che strilla', con chiaro riferimento ai fatti di Bologna.

L'On. Fassina: 'Giannini chieda scusa ai prof'

Un fatto grave che non ha certo lasciato il Governo senza esprimersi. L'On.Fassina, ha invitato il ministro a chiedere scusa agli insegnanti, considerando le sue parole inaccettabili, mentre Giannini dichiara che la Riforma della scuola andrà avanti nonostante le contestatazioni prevedendone il varo per il mese di giugno. Non ha inoltre mancato di dichiarare che le modifiche previste dagli ememendamenti del pd non potranno che migliorare il decreto, un paio di giorni fa considerato anche non necessario per avviare le assunzioni del personale docente precario dal prossimo anno scolastico. Intanto 'gli squadristi' si preparano allo sciopero del 5 maggio, che vedrà coinvolto tutto il mondo della scuola e tutte le sigle sindacali, ma non sarano solo 50, come ha potutto constatare il ministro, delusa e irritata per 'le parolacce irripetibili' che le sono state rivolte, o per l'impossibilità di accettare il dialogo - come più volte sottolineato durante l'intervista a Repubblica. Eppure se così tante sono le contestazioni, il ministro dovrebbe riflettere sulle motivazioni e, su invito di Fassina, offrire delle parole di rassicurazione ai docenti precari, oltre che, come consigliato dal Governo, delle scuse. Lo sciopero del 24 aprile e del prossimo 5 maggio dovrebbe manifestare ancor meglio le ragioni del mondo della scuola, di docenti e personale ata, che ancora attendono una stabilizzazione che nemmeno con la sentenza dell'UE ha saputo trovare risoluzione.