Sono giorni difficili per il Governo e per Renzi in particolare. La Scuola è stata sin dall'inizio al centro dell'attenzione del Presidente del consiglio. Lo sciopero del 24 aprile è stato proclamato dai sindacati Anief, Unicobas e Usb. È un netto e chiaro no al disegno di legge di riforma attualmente in VII Commissione Cultura. I docenti precari e di ruolo non accettano di questo Ddl scuola molte cose: il mancato sblocco degli scatti stipendiali, i tanti superpoteri del dirigente scolastico, come la chiamata diretta dei docenti.

Una chiamata diretta che potrebbe dare risvolti di tipo clientelari. Anche il piano di assunzioni non piace per niente ai docenti precari. Migliaia di docenti precari storici rimarrebbero fuori dalle assunzioni, soprattutto i docenti della seconda fascia d'Istituto abilitati.

In queste ore si stanno esaminando centinaia di emendamenti, se lo sciopero riuscirà, se ci sarà una grande adesione, i sindacati potrebbero portare a casa delle significative modifiche. Alle ore 15.00 a Roma ci sarà una manifestazione che partirà in piazza della Repubblica. Il 5 maggio, poi, ci sarà lo sciopero unitario dei confederali Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gild, che si unisce allo sciopero contro l'Invalsi già indetto in precedenza dai Cobas Scuola.

Renzi preoccupato in vista delle elezioni

La Scuola, tra personale scolastico, studenti e famiglie, conta un bacino elettorale di 7/8 milioni di cittadini.

Se gli scioperi porteranno in piazza centinaia di migliaia di persone, se tante scuole rimarranno chiuse il 24 aprile ed il 5 di maggio, ci saranno chiaramente delle ripercussioni nelle urne per il PD. Tanto è vero, che nei giorni che stanno precedendo gli scioperi, soprattutto quello unitario dei confederali (dopo 7 anni) Renzi ha cercato di allentare la tensione con i sindacati. In Commissione cultura, ha fatto passare qualche emedamento voluto dalle forze politiche, soprattutto sui poteri del dirigente sceriffo. Ma, è rimasto quello di potersi scegliere direttamente i docenti da assumere nella loro Scuola. Il primo Ministro Renzi su questo punto è irremovibile, purtroppo.