Giungono in queste ore le dichiarazioni di Paolo Pennesi, segretario generale del Ministero del Lavoro, che pone l'accento su quello che potrebbe accadere nei prossimi mesi: 'Terminati i lavori sul Jobs Act, molto probabilmente, inseriremo elementi di flessibilità nel sistema previdenziale nella prossima Legge di Stabilità'. Lo stesso premier Renzi ha evidenziato in più di un'occasione che la legge Fornero sarà modificata con l'inserimento del tanto auspicato sistema flessibile per accorciare l'età pensionabile.

Pennesi: 'Bisogna tenere conto di un eventuale aggravio per le casse dello Stato'

Per fare questo, però, bisogna tenere conto della tenuta dei conti pubblici dato che, un eventuale abbassamento dei requisiti, potrebbe portare ad un aggravio per le casse dello Stato. 'Dobbiamo fare attenzione perché il costo potrebbe essere elevato. Al momento non facciamo previsioni di spesa ma l'applicazione della flessibilità è un nostro obiettivo'. Diverse sono le ipotesi allo studio dei tecnici del ministero del Lavoro in attesa che arrivi una proposta completa da parte di Tito Boeri, presidente dell'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale.

Vediamo le proposte per rendere il sistema pensionistico italiano più flessibile

Intanto, i partiti politici, sia di maggioranza che di opposizione, sembrano concentrare la loro attenzione sulla proposta cosiddetta 'Quota 100', cioè quel valore da raggiungere dato dalla somma tra età anagrafica e anni di contribuzione (ad esempio, 63 anni di età e 37 anni di contributi versati). Si parla poi di un'idea che darebbe la possibilità a tutti i lavoratori di lasciare il lavoro al raggiungimento dei 41 anni di contributi, anche se il costo in questo caso potrebbe essere eccessivo. Un'ultima proposta che andrebbe bene a molti è quella fatta da Cesare Damiano con il prepensionamento al raggiungimento dei 62 anni di età e 35 anni di contributi. Al trattamento pensionistico, però, andrebbe applicata una penalizzazione che, nel peggiore dei casi, potrebbe raggiungere l'8 percento.