La Svezia è uno dei Paesi da prendere come esempio per il welfare statale e già da anni si pone all'avanguardia in materia di lavoro.
Alcune aziende, non solo nel Paese scandinavo, hanno iniziato a sperimentare nuovi orari di lavoro ridotti, ipotizzando migliori rendimenti e proiettandosi in un futuro dove la tecnologia sostituirà in molti campi la manodopera umana.
La Svezia però è il primo Paese che si pone anche obiettivi non legati esclusivamente alla produttività, seguendo alcune ricerche che mettono in evidenza le problematiche di orari lavorativi troppo lunghi.
Una in particolare, effettuata dall'University College di Londra, ha rivisto 25 ricerche per un campione di 600mila cittadini sottoposti a orari di lavoro tra le 50 e le 60 ore settimanali, in Europa, Stati Uniti e Australia. La comparazione con il campione di lavoratori impegnati tra le 35 e 40 ore settimanali ha rilevato un aumento del rischio d'infarto di ben il 33%, mentre i disturbi legati alle patologie alle coronarie segnano un aumento del 13%.
La causa delle patologie cardiocircolatorie è attribuita da molte ricerche non solo alla sedentarietà, ma anche all'ansia ed allo stress sul posto di lavoro.
Il nuovo pensiero svedese
La Svezia non si ferma ai puri dati statistici riguardanti la produttività e la salute dei cittadini, che comunque significherebbero meno spese sanitarie e maggiori profitti per le aziende, ma va oltre per affrontare riflessioni più sociali.
Al centro delle attenzioni dei manager svedesi ci sono anche la felicità e la vita privata dei lavoratori: la Toyota ha già fatto questa scelta ben 13 anni fa, riportando risultati molto confortanti proprio su questi due aspetti. Lavoratori più felici hanno aumentato la produttività. Più tempo libero a disposizione ha permesso maggiore concentrazione sul posto di lavoro, nonché un piccolo aumento dei consumi grazie al tempo dedicato allo shopping con la famiglia.
Per questo l'esperimento delle sei ore lavorative trova sempre più sostenitori tra i vertici aziendali privati e ora anche alcuni ospedali stanno passando a orari ridotti per i propri dipendenti.
I turni ridotti rappresentano un'opportunità per assumere nuovi dipendenti e sembra che anche i pazienti ricevano attenzioni maggiori.
Per il momento le iniziative di riduzione dei turni lavorativi sono a discrezione delle aziende, ma il governo tiene sotto osservazione le sperimentazioni e forse in futuro deciderà per l'introduzione ufficiale su tutto il territorio nazionale.
Il motto è lavorare meno, lavorare meglio ed avere più tempo per se stessi, e forse con la crisi economica a molti italiani potrebbe venir voglia di trasferirsi per lavorare in Svezia.