La riforma Pensioni oggetto del sondaggio di Confesercenti, in collaborazione con Swg. I risultati da una parte sono stati sorprendenti, dall'altra no. In attesa di un pronunciamento del governo Renzi sulla pensione anticipata, e in attesa di scoprire le prossime mosse della categoria dei lavoratori precoci, ecco arrivare la risposta degli italiani in merito alla nuova riforma previdenziale che il premier ha rinviato al 2016.
Gli italiani dicono no a tagli del 15 percento
Il messaggio dato dagli italiani al governo è chiaro: va bene rinunciare a parte dell'assegno previdenziale pur di andare qualche anno prima in pensione, sopratutto se in questo modo aiuto un giovane (mio figlio?) a trovare un posto di lavoro, purché la riduzione sia contenuta.
Quanto? Massimo del 5 percento. Questo il pensiero del 30 percento degli intervistati. Soltanto il 5 percento invece accetterebbe una riduzione pari al 15%. Dai dati raccolti da Confesercenti e Swg, risulta evidente come il popolo italiano difronte ad una proposta che prevede un taglio dell'assegno pensionistico del 30 percento (e in alcuni casi oltre) sarebbe in disaccordo totale con il governo. Uno spunto in più per Renzi, uno spunto in più per il Ministero di Economia e Finanze, uno spunto in più per tutti i tecnici che non sono riusciti a trovare una soluzione da proporre già in Legge di Stabilità, nonostante le 'promesse', mettiamole tra virgolette, dei mesi precedenti.
Il sondaggio però racconta, parallelamente, anche un'altra verità.
Damiano sì, Boeri no
L'esito del sondaggio di Confesercenti fotografa una situazione, un'idea che già avevamo avuto modo di percepire, ascoltare in questi mesi. Gli italiani, e rappresentano la maggioranza, che preferiscono rinunciare ad una parte della pensione pur di lasciare il mondo del lavoro prima, hanno inconsciamente sposato la proposta Damiano, che prevede una riduzione dell'assegno pari al 2 percento per ogni anno di anticipo (fino ad una penalizzazione massima dell'8 percento). Quindi, se io lavoratore voglio andare in pensione a 65 anni, potrei farlo ma con una riduzione del 6 percento dell'assegno previdenziale, una riduzione, come visto in precedenza, accettata dagli italiani.
Allo stesso tempo i lavoratori sono contro quelle proposte che prevedono tagli ingenti all'assegno, come ad esempio la proposta Boeri. In base ad uno studio condotto dalla Uil, se andasse in porto la proposta di Boeri alcuni assegni subirebbero tagli nell'ordine del 34 percento, percentuali comunque - occorre dirlo - definite fantasie dall'Inps già in passato, come si legge dall'articolo 'Boeri ai sindacati: Non esistono maxitagli a chi va in pensione prima' di Repubblica.